I cambiamenti nel tessile aprono uno spiraglio

I cambiamenti nel tessile aprono uno spiraglio, che per? va allargato con i mezzi a nostra disposizione.˜Possiamo dire: il peggio ? alle spalle. Tuttavia nemmeno questo 2011 sar? rose e fiori, la crisi resta pesante e le sue ripercussioni drammatiche. C?? una piccola ripresa del lavoro ed oggi l?orizzonte non ? completamente nero. Questo perch? alcuni operatori, come noi abbiamo sempre richiesto, si sono riposizionati. Dove? Su settori di nicchia, come il biomedicale, che se ? di nicchia ? anche fortemente innovativo; la crescita di questo settore, secondo dati della Regione, ? superiore dell?11% al totale. In pratica si pu? riposizionarsi innovando anche senza andare a cercare settori completamente nuovi, dove le conoscenze dei nostri operatori sono pi? limitate, esistono settori, come questo, contigui alla filiera tradizionale, ma con contenuti tecnologici e di garanzia ben maggiori.Accanto a questo restano le situazioni di crisi che andranno a maturazione: per queste imprese c?? il sostegno che viene dagli ammortizzatori sociali. Le altre, quelle dell?innovazione, vanno invece sostenute negli investimenti.Anche con l?Unione Industriali di Prato siamo riusciti a costruire qualcosa di positivo, come l?accordo sulle buste paga, che permette di recepire lo sgravio fiscale che porta al 10% la tassazione su straordinario, notturno, quanto deriva da accordi aziendali o premi (compresi i cottimi di filatura e tessitura) ci potrebbe essere qualcosa di abbastanza sostanziale per i lavoratori, almeno per quelli che il lavoro lo hanno.Tornando a Prato e all?idea di uno sviluppo per la citt?, credo necessario superare l?immagine che circola nel mondo di noi come citt? dell?illegalit?, dobbiamo fare di tutto per sconfiggere quest?idea, partendo da una inevitabile regolarizzazione dei cinesi. Occorre un programma di emersione graduale, chiedendo al Governo che operi per un accordo con la Cina, la quale ci aiuti a far rientrare con gradualit? in un percorso regolare i suoi cittadini. Diversamente, non credo che i controlli sui cinesi siano sufficienti a spingerli fuori dalla nostra area. Si rischia solo di creare maggiori irregolarit?, creando manodopera illegale.

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