Due settimane di sciopero e circa 200 mila processi rinviati per denunciare una condizione di precariato intollerabile e illegale, senza alcuna tutela previdenziale, della salute e della maternit e senza garanzia di indipendenza e autonomia: la protesta dei giudici di pace cominciata oggi e durer fino al 6 dicembre. L’astensione dal lavoro causer il rinvio di circa 200 mila processi in tutta Italia, anche perch, secondo i primi dati, l’adesione allo sciopero del 95%. Saranno garantiti solo i processi urgenti, come le udienze nei Cie e quelle per le sospensioni di patente; nel penale, i processi che si stanno per prescrivere. I giudici di pace, ha affermato il presidente dell’Unione nazionale giudici di pace (Unagipa), Gabriele Longo, nel corso di una conferenza stampa a Roma, svolgono il 60% dell’attivit di primo grado in materia civile, ma non hanno diritti costituzionali. Nel 2011, stato ricordato, i soli processi di cognizione iscritti negli uffici del giudice di pace erano 556.017 a fronte dei 389.390 iscritti nei tribunali. Con l’introduzione della giustizia onoraria i processi di cognizione dal 1994 a oggi sono diminuiti del 45% e la durata media dei processi inferiore all’anno contro i 5 anni di quella dei processi nei tribunali. L’attivit dei giudici onorari costa 80 milioni di euro annui, contro i 4,5 miliardi del sistema della giustizia, ha puntualizzato il presidente dell’Associazione nazionale giudici di pace, Vincenzo Crasto, che a causa della carenza di tutele ha deciso di adire alla Corte europea dei diritti dell’uomo. A luglio – ha ricordato il segretario generale dell’Unagipa, Alberto Rossi – abbiamo avuto un incontro con il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, che, per risolvere il nodo precariet , si era impegnata a darci dei mandati quadriennali con verifica del Csm, ma con la legge di stabilit ci stata data solo una proroghetta di un anno, umiliante. Noi chiediamo una riforma – ha aggiunto Longo – ma non il progetto di Caliendo, che peggiorativo e non d soluzioni. Serve una riforma presto, ha sollecitato Diego Loveri, presidente di Unit democratica giudici di pace, anche in vista delle scadenze dei mandati di un organico che gi al di sotto del 40%. Il 3 dicembre incontreremo il Csm – ha concluso Longo – ma non abbiamo nessuna intenzione di fermarci, continueremo con azioni di protesta finch non ci saranno garantiti i diritti.(ANSA).
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