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Home›eventi›Fisco: CGIL, pressione insostenibile sui redditi fissi

Fisco: CGIL, pressione insostenibile sui redditi fissi

By webprato
Aprile 9, 2013
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?Dati che ci forniscono un’immagine fuorviante perch? ? vero che la pressione fiscale in Italia ? alta ma non lo ? per tutti: per i redditi fissi, quelli da lavoro e da pensione, ? altissima e a livelli insostenibili?. Cos il segretario confederale della Cgil, Danilo Barbi, commenta i dati diffusi dall’Istat sulla pressione fiscale.Per il dirigente sindacale, infatti, l’istituto statistico ribadisce ?un fatto ormai noto: la pressione fiscale in Italia ? altissima ma va detto che ? molto alta, soprattutto e unicamente, quella sul lavoro e di chi paga le tasse e non su tutte le forme di reddito. Per fare solo un esempio in Italia si continua ad avere una pressione molto bassa sulle rendite finanziarie mentre ? spropositata quella sui salari, sugli stipendi, sulle pensioni e sulle imprese che fanno profitti?. Secondo Barbi, al contrario, ?la tassazione sui patrimoni ? sbagliata ed ? fatta male: non ? per niente progressiva e investe una massa di persone che hanno semplicemente una casa in cui vivono e non un vero ‘patrimonio’. Ma soprattutto in Italia non c’? alcuna tassazione sui patrimoni monetari che in Italia sono molto alti: andrebbe ricordato un dato poco noto e cio? che la ricchezza monetaria in Italia ? il 175% del Pil mentre in Germania ? il120%?.Cos come, aggiunge, ?sulle rendite abbiamo il prelievo pi? basso di tutti i paesi europei: sui profitti da rendita finanziaria, i cosiddetti capital gains”, abbiamo un prelievo che esclude i titoli pubblici mentre su quelli privati ? del 20%, cio? il pi? basso d’Europa?.Per il segretario confederale della Cgil quindi ?la morale ? che quando si dice che c’? un’alta pressione fiscale bisognerebbe aggiungere che si parla della pressione sul reddito, ovvero i redditi fissi come lavoro e pensioni perch? pagano le tasse alla fonte, e che c’? una iniqua tassazione sui patrimoni immobiliari e una bassissima tassazione sulle rendite finanziarie e sui patrimoni monetari. Dati che ci dimostrano – conclude Barbi – come si potrebbe “compensare” abbassando le tasse sul lavoro e sulle imprese che investono intervenendo, almeno come negli altri paesi europei, sulle rendite finanziarie?.”

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