Fidi Toscana, indetto lo stato di agitazione. Fisac Cgil e Unisin: “No a privatizzazione”. In arrivo presidio di protesta

Fidi Toscana, indetto lo stato di agitazione. Fisac Cgil, Unisin e Rsa: “Continua l’inspiegabile silenzio della Regione sul futuro della società. No a privatizzazione e spezzatino”. In arrivo un presidio di protesta a Firenze

L’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori di Fidi Toscana, la Finanziaria della Regione, ha proclamato all’unanimità, lo scorso 28 febbraio, lo stato di agitazione e ha deciso iniziative pubbliche per protestare contro la Regione che, nonostante le richieste fatte, non incontra da tempo le rappresentanze sindacali aziendali. I lavoratori, che contestano alla Regione Toscana di non aver preso, ad oggi, alcuna concreta decisione sul futuro della Fidi (che conta 52 addetti), hanno dichiarato che non è più procrastinabile l’intervento del socio pubblico al fine di: ridefinire quanto prima la missione di Fidi, prendendo anche a riferimento quanto già fatto in altre importanti realtà regionali; adottare un uovo modello organizzativo che, coerentemente con la “mission” assegnata, vada a individuare specifiche funzioni per mettere l’azienda al servizio dello sviluppo economico del territorio, sia nel caso del mantenimento dell’attuale assetto societario, sia in quello della trasformazione di Fidi in “società in house”; garantire le professionalità interne esistente che dovranno, dove necessario, essere sviluppate;
I lavoratori hanno ribadito la loro contrarietà rispetto ad indiscrezioni sempre più insistenti, recentemente emerse anche su alcuni organi di informazione, che ipotizzavano la dismissione delle quote regionali previa ricerca sul mercato di possibili operatori interessati a rilevarle. Tale scenario, se si dovesse realizzare, equivarrebbe ad una sostanziale privatizzazione della società, con tutto ciò che potrebbe conseguirne: smembramenti, cessioni e/o chiusure, eccetera. Scenario inaccettabile anche perché in netto contrasto con quanto più volte dichiarato dallo stesso Presidente della Regione Toscana Giani che, proprio in occasione della recente campagna elettorale, ha dato precise garanzie sul futuro ruolo della Fidi e di chi ci lavora. La pandemia ha certamente complicato la situazione, ma non è con la privatizzazione e lo “smembramento” della Fidi che si risolvono i problemi di questa importante realtà che potrebbe avere un ruolo fondamentale nell’economia del territorio, nella gestione delle attività del Pnrr, nei nuovi strumenti finanziari Esg, come i social green bond già in uso in altre regioni italiane. Le lavoratrici e i lavoratori della Fidi hanno le competenze e le professionalità per poterlo fare. Basta volerlo. La situazione si è ulteriormente complicata in seguito alle dimissioni di alcuni importanti dirigenti della società, tra i quali lo stesso Direttore Generale, che hanno reso praticamente impossibile una reale e seria interlocuzione con l’azienda in questa delicata fase anche in considerazione del fatto che lo stesso Cda è attualmente in prorogatio. Vista la situazione, è stato dato mandato alle organizzazioni sindacali di avviare un percorso vertenziale promuovendo, per iniziare, un presidio di protesta in Piazza Duomo a Firenze, con modalità da definire, davanti alla sede della Presidenza della Giunta Regionale.

Firmato: Fisac Cgil Toscana, Unisin, Rsa Fidi Toscana

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