FIAT: CAMERE LAVORO PER ‘NO’ MA PENSANO A DOPO REFERENDUMACCORDO PEGGIO DI POMIGLIANO

Il problema del dopo referendum, di come Fiom e Cgil possano affrontare l’ eventuale vittoria del s all’accordo di Mirafiori, non Š rimasto certo tra le righe negli interventi dei delegati presenti all’Assemblea delle Camere del Lavoro a Chianciano Terme (Siena). Un nodo lasciato aperto anche dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso, nella sua relazione introduttiva, ma con l’invito alla Fiom a non abbandonare la fabbrica perch‚ altrimenti ci sar… il vuoto. Un problema che ha ben presente Donata Canto, segretaria generale della Camera del Lavoro di Torino, che dice: un minuto dopo il risultato, in caso di vittoria del s, dobbiamo evitare di scaricare tutto sui lavoratori garantendo tutela e rappresentanza, ma anche lavorando per trovare la forza di cambiare un accordo che proprio non ci piace, che Š peggio di quello di Pomigliano. Sulla posizione del no, si schierano praticamente tutti i segretari presenti a Chianciano: dobbiamo essere uniti, dice Giuseppe Errico segretario della Camera del lavoro di Napoli, dipendente Fiat, che pure per Pomigliano si era schierato per il s all’accordo: e mi sono preso non pochi fischi, ricorda. Anche lui pensa al dopo: se vince il no, e io lavoro per questo, avremo un problema con la Fiat, con Marchionne e anche con il Governo e vedremo come affrontarlo – aggiunge Errico -, chiedendo subito a Cisl e Uil di ritirare la firma dall’accordo. Ma se a vincere fosse il s dobbiamo prendere atto di una sconfitta e reagire ricostruendo la nostra presenza dall’interno per cambiare quest’accordo che Š proprio brutto. Ma i lavoratori devono essere tutelati, ribadisce Gianfranco Francesi, della Camera del lavoro di Pisa, perch‚ ‚ quello che loro ci chiedono, magari con un atto di coraggio, che non significa necessariamente una firma tecnica, ma sicuramente dall’interno, gli fa eco Andrea Castagna, segretario generale di Padova. Quella di Mirafiori Š comunque una vicenda che tutta la Cgil sposa senza condizioni, confermano anche Giovanni Donati e Mimma Pacifici, rispettivamente di Cosenza e Reggio Calabria, perch‚ il rischio Š che il modello venga esteso. Un accordo illegittimo, ribadisce Mauro Fuso, segretario della Camera del lavoro di Firenze, anche lui convinto che Š presto per dire cosa fare dopo il referendum. Un accordo che ad Alessio Gramolati, segretario regionale della Cgil Toscana, fa venire in mente la vicenda della Eaton, la multinazionale che a Massa Carrara ha lasciato anche senza ammortizzatori 304 lavoratori. Evidentemente le multinazionali, anche se la nostra esperienza ci dice che non sempre Š cos perch‚ di accordi ne abbiamo fatti anche con loro, si comportano nello stesso modo – conclude Gramolati -: in entrata chiedono tutto e in caso di uscita non lasciano niente. (ANSA).

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