Fertility Day, la nota di Anna Maria Romano (coordinamento Donne Cgil Toscana):ÿLa campagna della ministra Lorenzin un atto grave, che non pu essere liquidato con la sua stupidit .Si, vero: stupida. E bene abbiamo fatto ad affidare alla rete la nostra protesta usando proprio questa stupidit .Ma ci non la rende meno pericolosa.Fa leva sui sensi di colpa, la manipolazione mediatica, per interferire con scelte che attengono profondamente alla libert di ognuna di noi. Che spesso non sono neppure scelte libere, ma costrette da un modello economico che ci vuole precarie e colpevoli; che decide di smantellare lo stato sociale, per rigettare sulle spalle dei singoli, quasi esclusivamente delle donne, tutto il lavoro di cura; che parla di informazione per la fertilit , ma che depotenzia i consultori; che ci ricorda che il tempo di concepire, ma dimentica che spesso per farlo spesso bisogna andare all’estero; che precarizza la nostra vita lavorativa e trasforma in un dovere per la patria la fecondit , senza nemmeno assumere come dovere dello Stato la disponibilit di servizi e di un welfare adeguato.Come donna e cittadina sono preoccupata per come venga usato, ancora una volta, il corpo delle donne come strumento di manovra economica. Il nostro ruolo sempre pi residuale e separato dalla legittima autodeterminazione di ognuna (ed ognuno) di noi.Lo stato ha il dovere di darci l’opportunit e le condizioni di sceglierci la vita, Uomini e Donne, di ?rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libert e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese?.Come Madre, adottiva e quindi con un cuore pi fecondo dell’utero, sono schifata dal subdolo razzismo insito in questa campagna, che altro non che lo specchio di una idea di societ : pericolosa, come la Storia ci ha gi amaramente raccontato. Ma da un Governo che riduce la scuola buona in coriandoli di marketing aziendale, impariamo che nemmeno la Storia conoscono.Chiediamo alle insegnanti, in maggioranza donne, che si vedono assegnato un posto a centinaia di chilometri dalla loro residenza come possono pensare di affrontare una genitorialit ?Penso che dovremmo seppellire il sito del ministero con le vere storie delle donne reali, quelle che affrontano ogni giorno le difficolt dell’essere cittadine in questo Paese; che di colpe se ne fanno gi abbastanza da sole pur barcamenadosi in tante difficolt , qualunque sia il loro ruolo; che guadgnano mwediamente il 6% meno dei pari maschi, pur essendo pi scolarizzate e con risultati migliori; che perdono il lavoro se solo ci provano ad essere feconde; che non fanno carriera, perch hanno la cura dei figli o dei genitori anziani e non sono abbastanza ?disponibili?; che vengono molestate sui luoghi di lavoro, perch essere ricattabili significa anche questo; che vorrebbero ridere guardando al futuro e non ad una stupida campagna pubblicitaria.
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