E ORA DI DIRE BASTA E CAMBIARE PAGINA””

Segretario che Primo Maggio sar? quello di quest`anno? Sono convinto che sar? una bella giornata di festa, cos come lo ? stato il 25 aprile. Laricorrenza dei 150 anni dell`Unit? d`Italia aggiunge un valore particolare, mi pare che abbiano trovato la formula giusta per esprimerlo Cgil, Cisl e Uil di Pistoia che lo festeggeranno insieme con la parola d`ordine Il lavoro unisce”, e se il lavoro unisce, la festa del lavoro ? una festa di unit? e insieme di libert??.Ha ancora senso questa festa? Mi pare che non ci sia festa che ha maggior senso, soprattutto ora che il lavoro diventa un elemento cos prezioso per le persone, cos come lo ? la libert? per le persone che lavorano. Non vi ? dubbio che la crisi pu? in qualche maniera indurre a una riduzione di questa libert?, ma ? bene tenere presente che quando il lavoro e i diritti sono insidiati ? in gioco la qualit? democratica di un paese?.Eppure, l`appuntamento del Primo maggio sta scatenando diverse polemiche, a cominciare dal braccio di ferro del sindacato con il primo cittadino di Firenze Matteo Renzi, per il quale l`apertura dei negozi ? un` occasione per fare lavorare chi un lavoro non ce l`ha. Cosa devo dire, sono d`accordo con il segretario della Cisl di Firenze, se il primo Maggio ? una festa di unit?, quella prospettata ? una soluzione che divide, i lavoratori dei grandi magazzini da quelli dei piccoli esercizi, i lavoratori forti dai deboli che sono, poi, i precari e gli interinali. Non credo che sia interesse di nessuno costruire nuove stratificazioni che dividono il mondo del lavoro?.Renzi sostiene che tanti altri sindaci toscani di centrosinistra hanno firmato ordinanze per far aprire i negozi, come a Pisa e ad Arezzo. Non mi risulta, in queste citt? sono state trovate delle soluzioni coerenti con la tutela delle persone. Anzi, se l`amministrazione di Firenze ? pronta a sottoscrivere un accordo come quello di Pisa sono sicuro che il sindacato di categoria non si tirer? indietro. Renzi, invece, ha ragione a dire che c`? una situazione troppo variegata in Toscana, per questoabbiamo presentato SOmila firme, per chiedere una legge che dia omogeneit? al nostro sistema?.Insomma, ? una questione di valori. S, ma a questi si aggiunge la questione delle condizioni materiali di lavoro. Questa idea che alcune persone strutturalmente non possano condividere uno spazio di festa con i propri cari mi sembra sbagliata e difficilmente gestibile, anche perch? in quei giorni su di esse grava un deficit di servizi che sono causa di veri e propri disagi, penso alle donne che hanno il problema dei figli da affidare, ma anche ai trasporti, tanto per fare due esempi. Non a caso il Parlamento europeo stadiscutendo della domenica come giorno prevalente di festa, poich? questa non ? solo riposo, ma anche vita di relazioni, occasione di comunit?. Dopodich?, nessuno vuole lasciare le citt? senza servizi essenziali, ma questi sono organizzati in modo che non gravino sempre sugli stessi?.Va bene, ma i fautori dell`apertura sostengono che questa possa essere una misura utile a contrastare la crisi. Ma non c`? nessuna relazione tra una crisi dei consumi, che ? prodotta da una caduta dei redditi, con l`apertura dei negozi. Se le persone non hanno soldi da spendere non ? che moltiplicando i giorni di apertura dei negozi ci saranno pi? spese, conseguentemente non ci sar? nemmeno nessun riverbero sull`occupazione. Piuttosto, vedo che sempre pi? spesso la crisi viene usata come alibi, siamo entrati in una nuova fase, la crisi non ? pi? negata, ma diventa il pass partout che peggiora le condizioni delle persone, l`esatto opposto di quanto sta avvenendo negli altri paesi europei, Germania e Francia compresi?.Si spieghi meglio. La crisi ha cambiato il mondo, la globalizzazione cos come l`abbiamo conosciuta? al capolinea, non ci sono pi? delocalizzazioni spinte, c`?, semmai, un ritorno alla centralit? del manifatturiero e in tutto questo reggeranno quei sistemi che sapranno generare valore e stimolare investimenti?.Invece? Le politiche premiano le rendite invece di chi rischia, in Toscana tra il 2008 e il 2010 c`? stata una caduta del 6% degli investimenti, eppure la sfida sulla competizione e sull`innovazione si vince non sulla riduzione dei costi, ma sulla creazione di valore. Se persino in una regione come la nostra gli avviamenti al lavoro a tempo indeterminato rimangono sotto la soglia del 10% ? evidente che ilpaese ha bisogno di una svolta di politica economica. Insomma, negli altri paesi si stanno cercando delle alternative, da noi no?.Da noi che succede? Se si ha meno soldi da spendere si chiede alle persone di lavorare nei giorni di festa, appunto, il problema di trovare una casa in affitto si risolve dando un bonus fiscale ai proprietari e e se c`? una difficolt? della spesa pubblica sui farmaci si mette un ticket sui generici che non ottimizza la spesa e non produce risparmio. E ora che la questione energetica ? diventata dirompente, con la situazionein Nord Africa e con la tragedia di Fukushima, il governo pensa bene di togliere le politiche diincentivo alle rinnovabili. Senza parlare della mancata attivazione dei cantieri annunciati in edilizia che potrebbero fare da volano a una ripresa del settore. A me pare che si stia affrontando la crisi con la marcia indietro inserita, ripercorrendo esattamente gli errori che l`hanno generata, tanto che non abbiamo n? una politica fiscale, n? una industriale che favorisca lo sviluppo delle nostre imprese?.Ma in Toscana a che punto siamo? Abbiamo ottenuto un risultato importante per Prato e Massa, ma ancora ci sono vertenze che hanno bisogno di un`azione di governo. Penso al polo siderurgico di Piombino, ma anche alle 2.500 lavoratrici toscane, delle 28mila a livello nazionale, che lavoravano nelle scuole e che da luglio non avranno pi? un lavoro, per non parlare delle nostre universit?. ? evidente che tutto questo non pu? passare sotto silenzio, per questo pensiamo al 1 maggio e allo sciopero generale del 6 maggio con speranza e con fiducia. Siamo convinti che c`? un paese sano che vuol dire basta per cambiare pagina?.˜”

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