Maxioperazione, sgominato cartello traffico droga, 20 arresti, sequestro 4 tonnellate cocaina e 5.5mln euro

Un gruppo criminale in grado di importare in Europa tonnellate di cocaina proveniente dal Sudamerica, usando le rotte navali commerciali aventi come porti di arrivo Anversa, Rotterdam e Brema. È quanto scoperto dalla polizia di Stato, nell’ambito di un’operazione coordinata dalla procura di Firenze che ha portato all’arresto di 20 persone, tutte di origine albanese, in esecuzione di misure di custodia cautelare in carcere. In totale sono 31 le misure di custodia cautelare disposte. Durante le indagini sono stati inoltre sequestrati oltre 5,5 milioni di euro e quasi 4 tonnellate di cocaina. Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, detenzione e spaccio di droga. Gli arresti hanno riguardato le città italiane di Firenze, Genova, Modena, Pisa e Lucca, oltre a una serie di paesi esteri tra cui Albania, Belgio, Emirati Arabi Uniti, Germania, Grecia, Olanda, Romania, Ungheria e Ecuador. Per l’accusa i destinatari delle misure erano a capo di un cartello albanese denominato ‘Kompania Bello’, basato su un’organizzazione, spiega la polizia, “in tutto e per tutto parallela a quella dei grandi cartelli sudamericani” e che è da ritenersi “l’indiscusso ed apicale punto di riferimento per i gruppi albanesi specializzati nel traffico di droga”. La cocaina importata dal cartello aveva addirittura un suo logo, ‘Bello’, impresso sui panetti. Il cartello aveva ramificazioni in Italia, Olanda, Belgio, Ecuador, Austria, Svizzera, Francia, Svizzera, Francia, Norvegia, Turchia, Germania.
Tra gli arrestati, il capo dell’organizzazione, un 40enne albanese, e un suo connazionale considerato una figura ai vertici del gruppo. Quest’ultimo è stato arrestato grazie alla collaborazione della polizia di Dubai, dove viveva e dove aveva la disponibilità di cinque appartamenti di lusso, di una Rolls Royce e di una Lamborghini. Le indagini, iniziate nel 2015 e coordinate dal pm della Dda Giulio Monferini, si erano inizialmente concentrare su una cellula dell’associazione albanese operante a Firenze, Roma e Modena, la cui esistenza era stata scoperta in seguito agli accertamenti su una violenta rissa tra albanesi, tutti noti nell’ambito dello sfruttamento della prostituzione, scoppiata a Firenze in piazza delle Medaglie d’oro. Nel corso delle prime fasi dell’attività investigativa furono sequestrati 9 chili di eroina, per un valore di circa un milione di euro, nel bagagliaio di un’utilitaria lungo l’autostrada A1. Tra i sequestri di denaro effettuati nel corso delle indagini, il maggiore è quello di 1,4 milioni di euro avvenuto ad Amsterdam nell’agosto del 2016. L’inchiesta si articola anche in un filone olandese, coordinato dal magistrato di Amsterdam Justine Asbroek, che negli scorsi anni ha permesso di arrestare 84 persone in Italia, Paesi Bassi, Ecuador, Gran Bretagna, Svizzera, Germania. (ANSA).

De Raho, individuata ‘cupola’ narcotraffico Ecuador-Europa
Il cartello criminale albanese tra Ecuador ed Europa stroncato dalla polizia di Stato e dalla Dda di Firenze, ha spiegato il procuratore nazionale antimafia Vittorio Cafiero De Raho, era guidato da “una sovrastruttura di vertice”, “un’associazione di secondo livello che coordinava le attività degli altri gruppi in modo che non sorgessero contrasti e che riuniva i capi delle altre organizzazioni albanesi”. Secondo le indagini a capo di questa vera ‘cupola’ di comando c’era un 40enne albanese, Dritan Rexhepi, che adesso è in carcere in Ecuador dopo essere stato arrestato per un’altra causa. L’uomo disponeva direttamente di enormi quantità di cocaina acquistata direttamente dai narcos in Ecuador. Grazie a sofisticate piattaforme informatiche di messaggistica criptata, il leader del cartello albanese manteneva i contatti coi narcotrafficanti, organizzava le spedizioni di droga verso l’Europa, impartiva direttive alle varie cellule di distribuzione in Italia e il altri paesi europei e seguiva il reimpiego dei proventi illeciti dando indicazioni sugli investimenti da fare ai suoi complici in Albania, Italia e Olanda. Inoltre, secondo quanto emerso, il cartello organizzava carichi di cocaina di diversi quintali per volta, metà di proprietà e trattati dai gruppi albanesi, metà dei narcos sudamericani. Lo stupefacente, una volta arrivato in Europa attraverso le rotte navali commerciali, era trasportato nei paesi di destinazione finale a mezzo di autocarri e autoveicoli dotati di doppifondi e sistemi automatici di occultamento. (ANSA).

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