DISOCCUPAZIONE: CGIL, SI CONFERMA 2010 DIFFICILISSIMO STRAORDINARIA ATTUALITA’ SCIOPERO 12 MARZO

Si conferma un 2010 difficilissimo per l’occupazione: per invertire questa tendenza servono atti concreti e non ottimismo di facciata. Cos’ Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, commenta le stime Istat di gennaio su Occupati e disoccupati’.A un anno di distanza dai primi gravi effetti della crisi – rileva – il dato dell’occupazione continua a peggiorare. E’ questa non solo la conferma della pervasivita’ della crisi in tutti i settori produttivi ma di come il perdurare di questa situazione fa peggiorare addirittura i problemi storici dell’occupazione italiana.Per Fammoni se si vuol dire la verita’ non solo da gennaio dello scorso anno, periodo non neutro ma gia’ gravato dagli effetti della crisi, cala il numero degli occupati, aumenta il numero dei disoccupati e sale ancora il numero degli inattivi; ma incredibilmente aumenta il tasso di disoccupazione giovanile che gia’ era il piu’ alto d’Europa.Si conferma cosi’ il capolinea della ideologia della precarieta’: i giovani con contratto precario infatti continuano ad essere i primi che pagano gli effetti della crisi.Inoltre, continua il dirigente sindacale, a gennaio dello scorso anno 334.000 persone in meno erano disoccupate e 172.000 persone non figuravano nella lista degli inattivi. E’ un dato numerico impressionante che mese dopo mese continua a peggiorare. Questo purtroppo conferma quello che denunciamo da tempo inascoltati, ad esempio che tantissime persone esauriranno senza ritrovare lavoro i periodi di indennita’ di disoccupazione e resteranno senza nessuna tutela, cosi’ come i tanti altri che sono gia’ privi di tutele.Per Fammoni si puo’ naturalmente tentare di minimizzare questi dati, e’ stato fatto altre volte affermando che siamo in una situazione migliore rispetto all’Europa. Non e’ cosi’ – aggiunge – perche’ gli altri paesi europei non hanno il nostro tasso di inattivita’ e soprattutto perche’ l’onda lunga della crisi colpisce adesso di piu’ l’Italia.Secondo il segretario confederale adesso occorre fermare i licenziamenti, garantire le tutele, affrontare le vertenze sulla base di un progetto di politica industriale, servono risposte immediate sul fisco per lavoratori dipendenti e pensionati, rendere immediatamente cantierabili le risorse per le infrastrutture. La crisi va superata con queste politiche e non allargando ancora le diseguaglianze. Sono queste le cose che il governo non fa, o fa in modo del tutto insufficiente, e che sono invece al centro – conclude Fammoni -, testimoniando la straordinaria attualita’, dello sciopero generale del 12 marzo.ÿ ASCA

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