DISOCCUPAZIONE: CGIL, PROSEGUE A VALANGA. FERMARE I LICENZIAMENTI

La recessione colpisce prima di tutto il lavoro, con una vera e propria valanga di disoccupazione: per tutti, anche per il Governo, dovrebbe essere evidente che il problema e’ fermare i licenziamenti e non facilitare i licenziamenti, che ‘facili’ lo sono anche troppo. Cosi’ il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, commenta i dati sul mercato del lavoro diffusi oggi dall’Istat.In due mesi, ricorda il sindacalista, si sono registrati 110 mila disoccupati in piu’, 335 mila in un anno, 800 mila dall’inizio della crisi del 2008. Giovani, donne e Mezzogiorno sono le emergenze nazionali che fanno riferimento a questi numeri. Questi dati gia’ cosi’ gravi – ricorda Fammoni – sarebbero ancora peggiori se non ci fosse la cassa integrazione, con piu’ di 3 milioni di disoccupati.Quanto ai giovani, prosegue, la disoccupazione e’ ormai del 32%, un punto in piu’ in un solo mese, e a questo va aggiunta la piaga della precarieta’ che riguarda l’80% delle nuove assunzioni. Nonostante questo il tasso di inattivita’ resta altissimo e nasconde al suo interno non solo una quota aggiuntiva di disoccupazione, ovvero gli scoraggiati, ma anche l’enorme bacino del lavoro nero che durante la crisi si e’ ingrossato.Per il dirigente sindacale i veri numeri della crisi parlano di oltre 8 milioni di persone in gravissime difficolta’, ben oltre quanto stima il Governo, e confermano che la riforma del mercato del lavoro va cambiata e migliorata. Ma e’ anche necessario che il Paese torni a crescere: c’e’ troppo poco lavoro, serve piu’ sviluppo. Il Paese ha bisogno di crescita e di coesione sociale, di questo si deve occupare il governo e non di norme che facilitino licenziamenti illegittimi, conclude Fammoni. ASCA

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