Daniele Tissone (Silp Cgil) e i problemi vecchi e nuovi dei poliziotti

 

Che momento sta vivendo il nostro Paese dal punto di vista della sicurezza, anche considerando il crescente disagio sociale?

I numeri, quelli relativi alle denunce presentate, ci consegnano un trend che, da diversi anni, registra un significativo calo dei reati, in particolare per i delitti di maggior gravità e allarme sociale come omicidi e rapine, per fare un esempio.

Ciononostante, registriamo un aumento sul versante dei reati compiuti in rete: vedasi truffe on-line, furti di identità e quant’altro.

Di certo la fase che stiamo vivendo presenta rischi in tal senso anche in ragione del fatto che potrebbero essere diversi i soggetti interessati a canalizzare disagio e malcontento. Penso a chi è già borderline o in odore di mafia. Per i secondi vale anche il ragionamento che potrebbero altresì approfittare del particolare periodo storico sfruttando il business della fase post Covid 19.

Le forze di polizia durante il lockdown legato al coronavirus sono state molto impegnate in compiti per certi versi nuovi: cosa ha insegnato questa esperienza?

Che non è stato facile coniugare le esigenze di sicurezza sia esterna che interna perché ti rendevi conto di essere impegnato su due fronti. Ciononostante i lavoratori della sicurezza hanno risposto bene soprattutto in quelle aree del Paese dove le difficoltà erano molteplici. Si è registrata una grande maturità e, a parte qualche caso sporadico, direi che anche la popolazione ha reagito bene. Del resto si trattava di un’esperienza nuova per tutti noi che non avevamo certo memoria di epidemie come la ebbero coloro che, ai tempi della spagnola, dovettero cimentarsi con situazioni alquanto emergenziali.

Contratto di lavoro. Siamo ormai a 550 giorni di ritardo, come indica il contatore del sito del Silp Cgil. Cosa pensa di fare il sindacato?

Abbiamo, in questi giorni, mobilitato i nostri territori al fine di aprire un fattivo confronto con i lavoratori per comprendere al meglio le esigenze della base. Capire ciò che si è fatto e ciò che dovremmo ancora scrivere soprattutto in termini di diritti, il lato dolente delle nostre concertazioni. Abbiamo recentemente dichiarato che questo stallo peggiora le condizioni economiche degli operatori della sicurezza già aggravate da anni di blocchi salariali e di turn-over. Il governo dovrà aprire al più presto un tavolo di concertazione perché non si possono modificare istituti, anche importanti, con altri strumenti legislativi che non siano il contratto perché, così facendo, si vanifica sempre più il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori e questo non lo si può permettere.

Concorsi legati al riordino delle carriere. Cosa si sta facendo per recuperare i ritardi e le sperequazioni?

Va ricordato che la posizione assunta da subito dal Silp Cgil con più manifestazioni, coniando anche l’hashtag #riordinosimanoncosi, è sempre risultata critica e i fatti lo hanno purtroppo dimostrato. Con l’emergenza epidemiologica tali ritardi si sono ulteriormente accentuati, rendendo ancor più critico un assetto già in crisi. Si è ripartiti, ma non come si voleva. Speriamo adesso di chiudere le ultime situazioni messe a concorso, magari con un’ulteriore, sensibile messa a disposizione di posti per tutti i ruoli e qualifiche, come da noi più volte richiesto.

Che presente e soprattutto che futuro avranno i Ruoli Tecnici della Polizia di Stato. Si riuscirà prima o poi a superare gli svantaggi esistenti rispetto al Ruolo Ordinario?

È triste dover dire che per molti anni si è considerato il Ruolo Tecnico in Polizia in modo assai marginale quasi che tale ruolo avesse un aspetto secondario se non addirittura servente a quello ordinario. Alcune cose in questi anni sono state ottenute, ma molto resta da fare per un’effettiva valorizzazione. A breve sarà istituita la Direzione Centrale per la polizia scientifica e la sicurezza cibernetica, che rappresenterà una struttura tecnologica capace di traguardare le sfide future per la Polizia di Stato. Sarà questa un’occasione da non perdere per un adeguato riconoscimento delle funzioni degli appartenenti alla Carriera dei Funzionari Tecnici e in genere a tutto il Ruolo Tecnico, nella consapevolezza che le loro competenze professionali costituiranno il fondamento di un’articolazione della Pubblica Sicurezza votata alla tecnologia.

Tema pensioni. Qual è il senso di questo invito – diffida al Dipartimento della pubblica sicurezza relativo alla pensione anticipata e alla liquidazione dei 6 scatti paga sul Tfs?

Sul trattamento pensionistico abbiamo già dato con riforme che hanno, nel tempo, peggiorato le condizioni di vita e di lavoro dei nostri lavoratori. È tempo che anche sui temi previdenziali si ricominci seriamente a lavorare penso, ad esempio, all’avvio della previdenza complementare in particolare per i più giovani. La diffida di questi giorni va nella direzione che ci siamo prefissi ovvero sempre una maggior attenzione rispetto a chi è andato in pensione o sta per andarci, anche in maniera anticipata: per questo abbiamo invitato la nostra Amministrazione ad includere sempre i sei scatti stipendiali nella base di calcolo del TFS.

Previdenza complementare: si riuscirà finalmente ad avere questo strumento, necessario per tutelare le pensioni future soprattutto delle lavoratrici e dei lavoratori in divisa più giovani?

Se ne è parlato in passato, oggi sempre meno. Di certo non da parte nostra che abbiamo fatto dell’avvio della previdenza complementare il nostro mantra. Siamo consapevoli del fatto che occorrono risorse per la creazione dei fondi pensione ed è pertanto questo l’aspetto che vogliamo discutere al tavolo. Ci dicano una volta per tutte perché non si vuole sostenere la previdenza di chi oggi è destinatario del sistema contributivo a fronte di una modifica impostaci da chi ci ha governati. Noi insistiamo.

In questi giorni anche il Silp Cgil, con una petizione online, sta  chiedendo la modifica dei decreti sicurezza del precedente governo. Cosa in particolare dovrebbe cambiare?

Il ricorso ad un decreto senza un dibattito parlamentare serio, alla luce di improbabili motivazioni di necessità e urgenza è già, di per se, un fatto grave. Se poi, con la scusa della sicurezza, facciamo passare articoli che nulla hanno a che vedere con il tema capiamo il perché quasi tutto l’impianto non sia mantenibile. Fatti salvi alcuni aspetti di interesse per le Forze di Polizia che possono essere mantenuti, crediamo che questi provvedimenti vadano seriamente rivisti.

Un’ultima domanda su chi da 2 anni sta aspettando legittimamente di vestire una divisa, a partire dagli idonei e dai 455. Come vede questa situazione e in genere cosa pensa della questione concorsi pubblici?

Anni di mancato turn over non hanno giovato a noi come a tutto il pubblico impiego. Abbiamo la Polizia più vecchia in Europa con un’età anagrafica media vicina ai 50 anni. Servono assunzioni, in particolare dalla vita civile. Da sempre e per primi abbiamo sostenuto le ragioni dei 455 e siamo felici a sapere che, finalmente, si è aperta per loro una reale speranza dopo tante negative vicissitudini. Il tema delle assunzioni e dei concorsi va totalmente rivisto, ad iniziare da un piano straordinario che preveda il potenziamento dei nostri uffici che sono oggi in totale sofferenza. Ne va della sicurezza ‘reale’ dei cittadini. Facciamolo.

Intervista di Beppe Pisa da jobsnews.it

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