Censis: Dad, il flop ha ampliato gap studenti. Università subito reattive

“Solo l’11,2% degli oltre 2.800 dirigenti scolastici intervistati ha confermato di essere riuscito a coinvolgere nella didattica tutti gli studenti”, si legge nel rapporto. L’82,1%, poi, “afferma che le differenti dotazioni tecnologiche e la diversa familiarità d’uso sono stati un ostacolo sia tra i docenti che tra gli studenti”. “Nel 18% degli istituti ad aprile mancava all’appello più del 10% degli studenti – si legge nel dossier -. Il 53,6% dei presidi sostiene che con la didattica a distanza non si riesce a coinvolgere pienamente gli studenti con bisogni educativi speciali. Il 37,4% teme di non poter realizzare progetti per il contrasto alla povertà educativa e per la prevenzione della dispersione scolastica”. I principali soggetti a rischio sono le prime generazioni di studenti non italiani e gli alunni con disabilità o disturbi dell’apprendimento per i quali “la socialità che si instaura nelle aule scolastiche è insostituibile”.
Anche se….
Le università si sono fatte trovare subito pronte e reattive durante il lockdown. A rivelarlo è il 54/mo rapporto del Censis. “Sui 61 atenei rispondenti, 42 avevano completato il passaggio alla didattica a distanza entro una settimana dal lockdown, i rimanenti per lo più in due settimane – si legge -. Per circa la metà dei rettori la combinazione di una preesistente infrastruttura tecnologica con la disponibilità di adeguate expertise all’interno dell’ateneo ha bilanciato gli insufficienti finanziamenti pubblici necessari per gli adeguamenti organizzativi”. (ANSA).

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