Coordinamento donne Cgil Pisa contro manifesti anti pillola abortiva e Vs associazioni pro-vita

Il Coordinamento Donne della Camera del Lavoro di Pisa esprime il proprio sdegno per le posizioni assunte in questi giorni da associazioni pro-vita e dalla Lega, contro la libertà delle donne di autodeterminazione in tema di gravidanza.
Da alcune settimane stanno circolando o si trovano affissi nelle nostre città, degli enormi manifesti prodotti dalla “Associazione pro vita e famiglia” che, con l’immagine di una donna a terra, morta o svenuta, e con accanto una mela con le evidenti tracce di un morso, ci chiedono “Prenderesti mai del veleno? Stop alla pillola abortiva RU486 – mette a rischio la salute e la vita della donna e uccide il figlio che ha in grembo”.
Inoltre è di questi giorni il comunicato del consigliere leghista Asciuti che pubblica  affermazioni irrispettose e vergognose come:  “ con la RU486 la donna diventa il sarcofago del proprio figlio prima di espellerlo e gettarlo chissà dove”…
Una campagna  oscurantista e retrograda che provoca sdegno  e  rabbia.
 Siamo abituate da tempo ad atteggiamenti che trattano i corpi delle donne come una proprietà collettiva e dei quali se ne può fare qualsiasi uso, compreso il vergognoso calendario Codacons 2021, con 12 donne nude con la mascherina dell’Italia nei posti più impensati, e anche ai frequenti contrasti all’applicazione della 194, la legge dello Stato più ostacolata e manipolata, quindi, niente di nuovo sotto il cielo.
Questa volta però si tratta non solo di rispetto  e dignità ma anche di violenza psicologica e verbale contro le donne!
Tutti coloro che si informano sanno che il Consiglio Superiore di Sanita’ definisce, in un paese che si proclama civile come il nostro e nel quale purtroppo ancora oggi 10.000 donne all’anno rischiano la vita per gli aborti illegali, la pillola RU486 un farmaco tra i piu’ sicuri tra i metodi di interruzione della gravidanza, quindi questo terrorismo e’ non solo infondato ma volutamente falso.
Inoltre  definire veleno un farmaco introdotto ufficialmente in Italia dal 2009 prevederebbe una denuncia da parte dell’AIFA per travisate informazioni scientifiche (così come già richiesto dall’UDI), proprio in questo delicato momento storico, in cui servirebbe infondere fiducia e speranza nella ricerca scientifica e farmacologica per la cura di un virus e la tutela della salute delle persone.
Posizioni pericolose e barbare che respingiamo con forza anche perché si nutrono di ideologie patriarcali obsolete che  tentano  di rispondere al problema sociale del basso  tasso di natalità  con l’ennesima violenza sulle donne anziché lavorare per un cambiamento radicale della società  che metta  al centro l’uomo e la donna con i loro bisogni a partire dal lavoro, la casa, l’equa distribuzione della ricchezza, la salute, la cura.

Pulsante per tornare all'inizio