CONSUMI: CONFESERCENTI, FAMIGLIE TIRANO CINGHIA, IMPRESE STROZZATE A RISCHIO 40.000 IMPRESE E 80-90 MILA POSTI DI LAVORO

Il dato Istat desta nuovo allarme: non c’e’ crescita, i bilanci delle famiglie fanno acqua, i consumi calano e nel commercio si sta verificando una inquietante moria di piccoli esercizi commerciali.Solo nel primo trimestre 2008 – sottolinea un comunicato di Confesercenti – il saldo negativo fra cessazioni di impresa e nuove aperture e’ di circa 9000 unita’ (da nostre elaborazioni risultano circa 22 mila chiusure e 13 mila aperture). Questo vuol dire che se la crisi proseguira’ il 2008 potrebbe concludersi con un saldo negativo di circa 40 mila imprese che chiudono ed una perdita secca di 80-90 mila posti di lavoro. Il rischio e’ di correre verso un disastro economico e sociale testimoniato anche dalla forte flessione delle vendite delle piccole superfici commerciali che in termini reali nei primi 4 mesi dell’anno si aggira attorno al 4,3%. Questo andamento ci fa prevedere che i consumi delle famiglie a fine anno potrebbero registrare una caduta del 2%.Per Confesercenti bisogna subito correre ai ripari: il Paese ha bisogno di una iniezione di fiducia e il Governo e i partiti si assumerebbero una grave responsabilita’ se trascurassero questa fondamentale priorita’. Il sistema paese ha bisogno di riguadagnare in fretta efficienza e competitivita’. E sul nodo energia basta chiacchiere: con le parole la domanda interna va a picco. Servono scelte chiare ed urgenti: un taglio deciso delle accise sui carburanti, lotta alla speculazione, progetti e tempi precisi sulla diversificazione delle fonti energetiche. Ma soprattutto per dare respiro a famiglie che tirano la cinghia ed imprese strozzate dal nodo scorsoio della stagnazione – conclude Confesercenti – si deve mettere mano ad un piano di riduzione delle tasse. Si intervenga senza pieta’ sulla insopportabile montagna di sprechi pubblici e si riduca la pressione fiscale.asca

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