CONFCOMMERCIO: A MARZO INDICATORE CONSUMI AI LIVELLI DEL 2006

L’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala a marzo una riduzione dell’1,3% in termini tendenziali ed un aumento dell’1,0% rispetto a febbraio. Il dato congiunturale destagionalizzato, dovuto soprattutto all’incremento della spesa reale per la mobilita’, va interpretato come un rimbalzo rispetto a febbraio, mese in cui l’andamento di alcune voci di consumo era stato condizionato da fattori eccezionali. Se si guarda alla media mobile a tre mesi, anche nel primo trimestre la tendenza e’ stata caratterizzata da una diminuzione dei volumi acquistati dalle famiglie. La tendenza al ridimensionamento, in atto dalla fine dell’estate del 2011, ha assunto peraltro toni molto accentuati portando, in pochi mesi, l’indicatore su livelli addirittura inferiori a quelli registrati nel 2009 e prossimi a quelli di inizio 2006.Anche a marzo il quadro d’insieme evidenzia un deterioramento della domanda per quasi tutte le macrofunzioni di spesa che compongono l’ICC, con una riduzione particolarmente accentuata per la mobilita’ (-16,3%). Il dato ha riflesso l’aggravarsi della situazione del mercato delle autovetture ed il permanere di difficolta’ nei consumi di carburanti. Per quest’ultimo segmento, la riduzione, seppure di minor rilievo rispetto a quanto registrato a febbraio, conferma come le famiglie di fronte a prezzi in continua ascesa (negli ultimi due anni benzina e gasolio hanno mostrato un incremento prossimo al 40%) abbiano reagito comprimendo la domanda. Continuano a fare eccezione alla generalizzata tendenza alla riduzione, i consumi per i beni e i servizi per le comunicazioni (+11,5%), la cui domanda continua ad essere sostenuta in misura di un certo rilievo dalla componente relativa ai beni per l’ICT domestico.Anche le spese per i beni e servizi per la cura della persona hanno mostrato, a marzo, una dinamica favorevole (+2,1%), evoluzione imputabile essenzialmente ai prodotti farmaceutici e terapeutici. In ulteriore ridimensionamento sono risultati, a marzo 2012, i consumi di abbigliamento e calzature (-3,6%), quelli per i beni e servizi per la casa (-2,8%) e quelli per l’alimentazione, le bevande ed i tabacchi (-1,7%).

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