Sale l?allarme per le sorti del cantiere. Sono allarmi criptici perch i vari esponenti della sinistra (vedi il documento del Pdci regionale) non spiegano fino in fondo cosa sta succedendo ad Nca. Di sicuro, qualche cosa accade. Noi cerchiamo di ricostruire lo scenario. Due dati ufficiosi. Il cantiere di Marina dovrebbe chiudere il bilancio 2008 con un passivo di 4 milioni di euro. Tanto, ma pur sempre la met , rispetto ai 7 milioni del 2007. Sviluppo Italia, titolare della maggioranza delle azioni, dovr mettere le mani al portafoglio e tappare il buco. Altra notizia che a giugno 2010 il lavoro finisce. Nel senso che termina la costruzione dei traghetti per Grimaldi, ma nel frattempo in portafoglio non ci sono ordini. Lo ha ricordato nei mesi scorsi l?amministratore delegato Mor: alcune commesse sono state perse, in pi c? questa crisi tremenda. Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli ha tentato di far passare l?operazione Fincantieri e lo aveva ribadito anche al varo Grimaldi. Ma Scajola (e soprattutto il superministro dell?Economia Giulio Tremonti) non ci sentono da questo orecchio. Nca deve essere venduta. L?idea che il cantiere vada ai privati – non ci sono reazioni ufficiali, ma cos – gi nel cervello dei politici, a Carrara come a Firenze. Soprattutto nel capoluogo regionale – da qui la veemente uscita di Marini del Pdci – non credono pi ai vertici, comunque mai fatti, col ministro Scajola. Soprattutto non si intravedono chiavi per aprire il ®cuore¯ del ministro ligure delle attivit produttive. Tante vero che si sta gi lavorando – i politici accorti devono lavorare in questo modo – per scenario e obbiettivi diversi. Ovvero si privatizza, ma non passando attraverso una semplice operazione di advisor. A Roma ci sono 4 pretendenti per Nca. Bene, non decider la banca chi comprer , ma si tratter di un?operazione pi politica e ovviamente pi complessa. Comune, Provincia e Regione si preparano ad affilare le armi per ottenere il massimo dal nuovo padrone di Nca, a partire da un percorso superprotetto per tutti i dipendenti che vorranno e potranno lasciare il lavoro. Chi compr dovr rispondere alle leggi del mercato – chiaro – ma dovr farsi carico delle necessit di un territorio che si trova in grave difficolt , soprattutto sull?occupazione. Rispetto a quello che si sente dire, la politica consapevole che chi acquista vorr sfoltire il numero di dipendenti, soprattutto negli uffici. Appare anche abbastanza chiaro che chi compra sar un colosso della nautica e non della navalmeccanica. ®E i sindacati – dichiara un politico locale – hanno poco da agitarsi. Il privato pu sembrare un boccone amaro, ma oggi l?alternativa tante palazzine al posto dei capannoni¯. Lo scenario – a scanso di clamorose sorprese – gi stato tracciato. In qualche modo potrebbe essere definito anche il profilo dell?azienda che andr a comprare Nca. Dovrebbe trattarsi del gruppo Baglietto. Il cantiere navale comprende anche il marchio Cantiere di Pisa, oltre a possedere attivit anche in Nordafrica. Ha stabilimenti a Spezia e Pisa nonch la sede centrale in via Coppino, nel cuore della Darsena viareggina. Soprattutto ha alle spalle un autentico colosso come il gruppo Camuzzi, gi proprietari della rete del gas metano che serviva Massa e parte della Versilia. Per vendere ad Enel qualche hanno fa i Garrilli hanno ricevuto l?equivalente di un miliardo di euro. Oggi il gruppo Camuzzi conserva ancora la rete dei gas in Argentina, ma soprattutto ha investito nella nautica, della grande distribuzione (discount) e nell?editoria. Un gruppo indubbiamente solido e potente con sede a Piacenza. Vinca Baglietto o altri, si tratta di capire quale sar la reazione del sindacato (Cgil in primis) rispetto alla privatizzazione che avanza. Corrado BenzioDA IL TIRRENO
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