“Le indagini che si sono chiuse oggi sulla filiale italiana di Uber Eats, i cui manager sono accusati di caporalato, confermano condizioni di grave sopraffazione vissute dai riders: lavoratori in condizione di estrema vulnerabilità e di isolamento sociale”. Così la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti.
“Una condizione inaccettabile che – prosegue la dirigente sindacale – richiama a una riflessione collettiva sulle generali condizioni di lavoro, a partire dal tema dei diritti dei ciclofattorini, tra i quali la sicurezza e un compenso dignitoso, così come noi chiediamo da tempo”.
“Legalità e lavoro di qualità devono essere il fondamento di ciascuna iniziativa economica. L’indagine – conclude Scacchetti – rafforza la nostra battaglia per la conquista di condizioni di lavoro dignitose per i riders”.
Uber eats Italy, il PM: “Rider derubati e puniti”, condizioni degradanti
L’intercettazione della manager: “Creato sistema per disperati”. L’accusa: rider “pagati a cottimo 3 euro a consegna”, “derubati” delle mance e persino “puniti”
“Davanti a un esterno non dire mai più ‘abbiamo creato un sistema per disperati’. Anche se lo pensi, i panni sporchi vanno lavati in casa e non fuori”. Questa frase, carpita in una intercettazione, è una delle prove regina a disposizione dell’accusa nel processo che dovrebbe aprirsi a Milano contro Uber eats Italy, filiale italiana di Uber eats a seguito dell’inchiesta sullo sfruttamento dei rider. È stata pronunciata da Gloria Bresciani, manager della succursale del nostro Paese, mentre redarguiva un dipendente che, evidentemente, aveva parlato troppo. Bresciani ora è indagata per caporalato.
Si sono chiuse quest’oggi le indagini per caporalato nei confronti di Uber eats Italy, portate avanti dal pubblico ministero di Milano Paolo Storari. Da quanto si apprende, dieci persone risultano iscritte nel registro degli indagati. Tra loro figura appunto Gloria Bresciani, in qualità di manager di Uber Italy e, stante le intercettazioni riportate, probabile domina del sistema. I rider, si legge nell’avviso di chiusura indagini, erano “pagati a cottimo 3 euro a consegna”, “derubati” delle mance che ricevevano in modo spontaneo dagli utenti del servizio e persino “puniti”. Stralciata la posizione di Uber Italy, indagata per la legge sulla responsabilità amministrativa e che il 22 ottobre dovrà affrontare un’udienza alla Sezione misure di prevenzione.