In queste settimane mi sono interessato della situazione della rete autostradale italiana e purtroppo, quel che accaduto, oggi, sulla Torino-Savona, vicino alla interconnessione con laSavona-Ventimiglia, conferma che la rete autostradale italiana ha necessit di interventi strutturali.? vero che il maltempo di queste ore ha caratteri eccezionali. Anche, per, il crollo di un secondo viadotto (per fortuna, pare non ci siano vittime) in 18 mesi riveste un carattere di eccezionalit molto, molto grave. Credo sia l’ ora di intervenire.========================Autostrade, un j?accuse ponderato (report di un recente ?viaggio?, con il maltempo)Qualsiasi governo avrebbe il dovere, a mio avviso, di affrontare la Questione Autostradale e provare a vedere come rendere pi sicura, controllata e ben manutenuta la propria rete nazionale.In questi ultimi giorni ho avuto modo di passare per le autostrade della Costa Ligure e quel che ho visto mi ha davvero colpito. Sto scrivendo del tratto che va da Genova a Ventimiglia. L?Autostrada dei Fiori, cos si chiama, gestita da due concessionarie: la Genova-Savona fa parte del 1ø Tronco di Autostrade per l?Italia (Gruppo Benetton), mentre la Savona-Ventimiglia gestita da SIAS (Gruppo Gavio), secondo concessionario italiano dopo i Benetton.Devo dire che gi passare Genova, visti i lavori per il nuovo Viadotto del Polcevera, non semplice. Il ?bello?, tuttavia, viene dopo, andando verso la Francia. Si passa su viadotti molto alti, in cui il vento che proviene dalle montagne persistente, e con guardavia (guardrail) antidiluviani e, talvolta, senza barra di contenimento per i motociclisti. Immaginate cosa vuol dire tutto ci. Mi piacerebbe, tra l?altro, sapere cosa ne pensano coloro che guidano camion o pullman, perch la loro visione, su questi viadotti, deve essere da incubo: quasi come un ?volare? tra galleria e galleria.COME SIAMO MESSI CON LE CONCESSIONARIECome avrete capito, nell?attraversare tale segmento autostradale, mi sono preoccupato. Vento e pioggia sono stati incessanti e solo un po? prima di Genova Pr abbiamo potuto tirare qualche sospiro di sollievo. Mi si dir che di sicuro ci saranno state pattuglie di polizia e squadre di viabilit a controllare e rallentare il traffico. Niente di tutto ci, invece, perch la prima pattuglia di Polizia la abbiamo vista dopo Genova, forse intenta a raggiungere una auto in avaria qualche decina di chilometri pi avanti.Qualsiasi persona di buon senso credo si domandi, alla luce di queste ?impressioni? e anche del tragico incidente sul Viadotto Polcevera e non solo, su come siamo messi, quindi, con le concessionarie autostradali. Ebbene, almeno Autostrade per l?Italia (ASPI) in mano a privati che sembra la abbiano trasformata in una florida societ finanziaria (un miliardo circa di euro di utile annuale netto, cfr. Wikipedia). Per quel che riguarda il Gruppo Gavio, a quel che ho letto, in alcune autostrade del Nord in societ con Aziende pubbliche eo Enti territoriali. E nel CdA della Autostrada dei Fiori (AdF) sembra siedano ex politici del territorio. Questi due gruppi, tra l?altro, pare si rimpallino le concessionarie: la AdF, ad esempio, una volta era dei Benetton, che poi la hanno venduta a SIAS; la Sat (Societ Autostrada Tirrenica), quella di 30 km tra Rosignano e Colle Salvetti, con un?appendice a Tarquinia, prima era dei Benetton, poi di Gavio e poi di nuovo dei Benetton. Un ping pong di monopoli ?naturali?.Non ci sono, comunque, solo questi due principali competitori. In Abruzzo, alla Autostrada dei Parchi, sta assiso il Gruppo Toto (costruttori edili, come i vecchi Gavio). Che si stima, tuttavia, essere in qualche modo socio dei Benetton. Al Nord Est, invece, impera il ?controllo pubblico? di Regioni e Province, spesso leghiste, semmai in societ con qualche privato e con qualche Banca.Queste paiono essere, insomma, le dinamiche tra i gestori di un monopolio pubblico non delocalizzabile, quale le reti autostradali. Con un tratto comune riguardante le difficolt su controllo, manutenzione e qualit del servizio, anche a causa della scarsit di organici. Del resto, cosa si vuole? In vent?anni si sono pi che dimezzati gli addetti del settore, almeno nelle prime due grandi societ di gestione, a partire (cosa strana!) dagli addetti operativi. Facendoci cos pensare che un nesso tra carente qualit del servizio e processi di ?desertificazione? di manodopera operativa, in effetti, possa sussistere.TRE COSE DA FAREIn conclusione, qualsiasi governo avrebbe il dovere, a mio avviso, di affrontare la Questione Autostradale e provare a vedere come rendere pi sicura, controllata e ben manutenuta la propria rete nazionale. Che, di certo, non pu pi essere suddivisa tra mille societ di concessione, pubbliche o private che siano. Nel frattempo, mi permetto soltanto di provare ad elencare quelle due o tre cose di base, secondo me, da attivare:a) riduzione, nella quantit e nella tempistica, delle concessioni;b) in ogni concessionaria, pubblica o privata, allestire un Consiglio di Sorveglianza, ove siano presenti rappresentanti istituzionali dei territori, dei lavoratori, delle associazioni e delle imprese;c) definire un limite massimo di utile netto di bilancio, oltre cui la concessionaria, privata o pubblica, sia obbligata a reinvestire nella manutenzione, nella occupazione necessaria, nella qualit del servizio, nei rapporti con il territorio dal punto di vista ambientale.Come si pu notare, la parte propositiva di questa mia nota telegrafica; e forse presenta pure qualche difficolt di applicazione, viste le norme in vigore. Credo, nondimeno, che se per caso qualche rappresentante del governo volesse iniziare ad esercitarsi solo sui tre punti suddetti, compirebbe una mezza rivoluzione, giusta e lodevole, perch la rete autostradale anzitutto dei cittadini, che hanno diritto a viaggiare nel modo pi sicuro, assistiti e protetti.Alessio Ammannati, Filt Cgil Toscana da Fortebraccionews
0