Fridays for Future, giovani in piazza anche in Toscana per la “Resistenza climatica”

Sono tornati in piazza oggi in Italia (e nelle città toscane, con a fianco la Cgil) i ragazzi e le ragazze di Fridays For Future, per resistere. Da Bologna a Palermo, passando per la Toscana, i giovani hanno sfilato oggi per la “Resistenza climatica”, la nuova fase internazionale del movimento inaugurata il 15 settembre con la giornata di azione globale per il clima, per ribadire e ricordare alle istituzioni che non vogliono sentirlo, che non c’è più tempo. Per il clima devono essere fatte scelte concrete.

“La fase che stiamo attraversando in Italia è critica. Al governo c’è una premier di destra, questo ha delle ripercussioni sia sul piano sociale che sul piano climatico. A questo punto dalla società civile deve arrivare una mobilitazione sempre più forte che si concretizza in una vera e propria resistenza”: Alessandro Marconi, portavoce di Fridays For Future, sottolinea la specificità del momento storico che come Paese stiamo vivendo.

Negli ultimi mesi in Italia si sono susseguite catastrofi climatiche; anche per la più grave, l’alluvione in Emilia Romagna, le risposte del governo sono state insufficienti e di stampo negazionista. Se prima infatti gli esponenti politici si limitavano a titubare di fronte alle rivendicazioni dei movimenti per il clima, adesso “il governo ha esplicitamente intrapreso politiche che vanno nella direzione opposta rispetto a quella della transizione ecologica”.

Ma per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione europea l’Italia dovrà ridurre le sue emissioni di gas climalteranti dell’80 per cento entro il 2030. Questo, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, significa rinunciare a ogni nuovo investimento in carbone, petrolio e gas.

Le richieste degli attivisti di Fridays For Future al governo di Giorgia Meloni, elencate dal portavoce Marzio Chirico, vanno proprio in questa direzione: “presa di posizione contro le industrie fossili, interruzione del Piano Mattei per l’Africa e trasparenza sui fondi del Pnrr destinati alla salvaguardia ambientale e del territorio”. Sono i dati a rendere l’urgenza di queste rivendicazioni. Proprio ieri il servizio per il Cambiamento climatico di Copernicus, sistema satellitare di osservazione finanziato dall’Unione europea, ha reso pubblico uno studio da cui emerge che il mese di settembre appena trascorso è stato il più caldo tra quelli registrati, con temperature superiori di quasi un grado rispetto alla media.

Alla mobilitazione di oggi hanno partecipato anche alcuni rappresentanti di categorie lavorative, a manifestare una vicinanza sempre più marcata tra l’attivismo per il clima e il mondo del lavoro.

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