“Salviamo il sistema sanitario nazionale”, il presidio dei sindacati medici a Firenze

“Salviamo il sistema sanitario nazionale”: oggi manifestazione sindacati medici a Firenze davanti alla Regione in piazza Duomo. Dopo, incontro al Teatro della Compagnia in via Cavour. Pasquale D’Onofrio (Fp Cgil Toscana Medici e dirigenti): “Oggi il sistema non ce la fa più, va finanziato”

Il sistema sanitario è prossimo al collasso dopo oltre un decennio di definanziamento, chiusure di reparti, posti letto e servizi. Lo testimoniano le lunghe liste d’attesa, che costringono migliaia di persone a rivolgersi ai privati, mentre chi non può permetterselo, rinuncia sempre di più a curarsi. Siamo l’unico Paese tra quelli avanzati a ridurre il finanziamento del Sistema Sanitario: spendiamo quasi la metà della Germania, un terzo in meno di Francia e Inghilterra, nonostante l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle cronicità. Anche in Toscana, per la progressiva riduzione degli organici, il personale è costretto a turni massacranti e obbligato a spostarsi da un ospedale all’altro per coprire i servizi: le condizioni di lavoro sono ormai insostenibili e tanti operatori pensano di dimettersi. La pandemia evidentemente non ci ha insegnato nulla e noi ci sentiamo traditi dalla falsa retorica degli eroi.
La realtà quotidiana continua ad essere fatta da tetti di spesa del personale fermi al 2004 e una salute pubblica che continua ad essere considerata una spesa e non un investimento e un segno di civiltà. Chiediamo l’appoggio dei cittadini alla nostra mobilitazione. I tagli colpiscono noi quanto loro e non accetteremo oltre di essere insultati e aggrediti per carenze di cui non abbiamo responsabilità. Non ci sono più medici di Pronto Soccorso e per sostenere il servizio, verranno sostituiti dai medici di reparti già in sofferenza e privi di competenze specifiche, che così verranno sottratti ai loro compiti assistenziali. Nella nostra regione interi reparti di ospedali periferici si sostengono con medici costretti a spostarsi da altri ospedali distanti decine di chilometri, con grosso pregiudizio della qualità e sicurezza delle cure. Per questi motivi – nell’ambito di un’iniziativa più ampia a livello nazionale – le rappresentanze dei dirigenti medici veterinari e sanitari hanno organizzato oggi una manifestazione in piazza Duomo a Firenze davanti alla presidenza della Regione, alla quale è seguito un incontro al Teatro della Compagnia in via Cavour.

Firmato: Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Aaroi – Emac, Fassid, Cgil Medici e dirigenti Ssn, Federazione veterinari e medici, Uil Fpl sanità, Cisl Medici

L’intervento di Pasquale D’Onofrio (Fp Cgil Toscana Medici e dirigenti) al Teatro della Compagnia:
“Il diritto alla salute un valore costituzionale in pericolo? Il nostro sistema sanitario nazionale a carattere universale e solidale si fonda su due principi costituzionali. L’articolo 32 che riconosce la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della comunità e l’articolo 53: tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. La legge 833/78 che instituisce il SSN tradusse in legge questi due principi costituzionali. Nacque così il SS universale, equo e solidale in cui tutti per anni si sono potuti curare. Il calabrone ha spiccato il volo si disse allora e, nell’ incredulità di molto, per anni ci ha collocato entro i primi 10 paesi al mondo per qualità delle cure. Oggi il sistema non ce la fa più. È troppo sotto finanziato. Siamo al 6,4% del Pil con un tendenziale 6,1 entro due anni. Sotto 6,4 il sistema non regge, dice l’OCSE. La Germania spende quasi il 10%, la Francia il 9, l’Inghilterra l’8,5. Noi non possiamo continuare così. In termini assoluti lo stato tedesco spende quasi 5mila euro per curare ogni cittadino, la Francia e Inghilterra quasi 4mila, noi poco più di 2mila. C’è un abisso! Occorrerebbe almeno 1 punto di Pil ma nemmeno il Covid, al netto della retorica degli eroi, è riuscito a smuovere le coscienze. A far capire quanto sia importante conservare il nostro sistema pubblico. Ma è il tradimento dell’articolo 53 della costituzione a creare il problema. Che razza di Paese è quello che tollera 110 miliardi di evasione ed elusione fiscale, che sono quasi 6 punti di Pil, e non riesce a trovarne 1 per salvare la più grande infrastruttura del nostro paese? Quale cinismo e (indifferenza, impudenza?) volgarità percorre la strada della politica e di un pezzo di società? Merita ancora questa politica e questa società gli sforzi che ogni giorno facciamo per cercare di resistere all’abbandono? Lo meritano i cittadini onesti, quelli sì! Ci si accorge delle cose buone quando si perdono. Quando ero piccolo, mi ricordo che alcune famiglie, quelle più povere che non avevano la mutua e l’assicurazione, erano costrette a fare la colletta in famiglia o nel rione per curare i loro figli. Immaginate con quale animo! A questo punto vorrà riportarci il cinismo di certa politica e l’avidità di un pezzo di società?”

Pulsante per tornare all'inizio