Pasqua: Betori, armi non garantiscono pace che mondo invoca ‘Scoppio carro non un evento folclore ma espressione fede’

“L’Ucraina, la nostra Europa, il mondo invoca la vita e la pace e chiede come poterla sperare. Non sono le armi a poterla garantire, non sono gli equilibri geopolitici a poterla disegnare, non è la prepotenza o al contrario la paura a poterla favorire. La pace e un vita umana degna, per ciascun uomo e donna e per i popoli, può scaturire solo da cuori convertiti all’amore. Per questo il cammino da fare” è anzitutto “un cammino spirituale, in cui l’odio viene sconfitto dal riconoscimento dell’umanità dell’altro, secondo giustizia e libertà”. “Non è vero che la pace è impossibile”, “la morte, il male, la guerra non sono mostri invincibili”. Lo ha detto il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, durante l’omelia della messa di Pasqua in Cattedrale. “Non si vince con la morte dei fratelli, ma in una ritrovata e giusta fraternità riconciliata – ha aggiunto Betori -. La luce di Cristo, che irradia dal nostro Carro, penetri i nostri cuori e i cuori di tutti, li trasformi con il suo amore per dare vita a un mondo di pace, aperto alla speranza. Sia questa la nostra Pasqua”, ha detto ancora il cardinale citando il Carro a cui viene dato ‘fuoco’ per la tradizionale manifestazione pasquale dello ‘Scoppio del carro’ tornata a svolgersi in piazza del Duomo a Firenze con il pubblico. Betori si è detto lieto di questo “ritorno” perchè indica “una minore pressione della pandemia” non ancora scomparsa però: “Il patrimonio di compassione, di solidarietà, di sacrifici accumulato in questi anni non va disperso”. “L’esperienza di questi anni è stata anche fondamentale” per “riportare lo sguardo sull’essenziale della vita e sulla sua verità – ha aggiunto -. Permettete allora che inviti tutti noi a fare questo tragitto verso l’essenziale e verso la verità anche nei riguardi del nostro Carro pasquale. Torniamo a contemplarlo” con “uno sguardo che ne colga il significato profondo, quello che non lo confonde con un qualsiasi evento folkloristico e lo segnala come un gesto di fede cristiana e di identità cittadina”. “Il nostro non è uno spettacolo di fuochi, di scoppi e di bagliori, ma un’espressione di fede”. “Lasciarci illuminare da Cristo, da lui che è luce del mondo, può cambiare il volto del mondo e ricondurlo a concordia, fraternità e pace. Ne abbiamo bisogno in questi giorni segnati da odio e disprezzo, da ingiusta aggressione, da immane violenza, in specie nella terra di Ucraina”. (ANSA).
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Pasqua: Scoppio carro Firenze, volo perfetto colombina  Segno di buon augurio e speranza.Torna pubblico in piazza Duomo
Dopo l’annullamento nel 2020 e un’edizione a porte chiuse l’anno scorso, lo Scoppio del carro si è svolto stamani con il ritorno del pubblico in piazza del Duomo per l’antica manifestazione fiorentina per Pasqua, di fede e tradizione, che si tramanda da secoli: la sua origine viene fatta risalire alle Crociate. E perfetto è stato il volo della ‘colombina’, il congegno trasportato da un razzo innescato dal cero santo – ‘accensione’ a opera del cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze -, che ‘incendia’ il carro o meglio i petardi e i fuochi pirotecnici di cui è corredato. Partita dall’altare della Cattedrale, la colombina ha raggiunto il carro di fuoco, detto Brindellone, posizionato tra Duomo e Battistero e poi, è tornata indietro. La tradizione tramanda che se riesce a rientrare ci saranno buoni raccolti. E la riuscita del volo della colombina quest’anno è stata accolta ancora più come un segno di speranza.

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