Istat, nel 2021 169mila occupati in più. Aumentano solo contratti a termine

Nel 2021, in media annua, la crescita dell’occupazione si attesta a +169 mila unità (+0,8%) e si associa al lieve aumento della disoccupazione e al forte calo del numero di inattivi di 15-64 anni. Lo ha reso noto l’Istat che ha diffuso i dati sul mercato del lavoro del quarto trimestre 2021.
La dinamica è confermata dall’andamento dell’input di lavoro nelle imprese: crescono le posizioni dipendenti, del 3,2%, così come cresce il monte ore lavorate, del 12%, e diminuisce il ricorso alla Cig di -85,3 ore ogni mille lavorate.
Il tasso di occupazione sale al 58,2% (+0,8 punti percentuali in un anno), recuperando circa la metà del calo registrato nel 2020 (-1,6 punti rispetto al 2019), e anche il tasso di disoccupazione sale al 9,5% (+0,2 punti in un anno); diminuisce invece il tasso di inattività (35,5%, -1 punti).
La crescita dell’occupazione ha riguardato soltanto i dipendenti a termine (+280 mila, +10,7%), in circa sei casi su dieci quanti hanno svolto lavori di durata pari o inferiore ai sei mesi; i dipendenti a tempo indeterminato in media annua hanno registrano una sostanziale stabilità e gli indipendenti un ulteriore calo (-105 mila, -2,1% in un anno). La crescita ha coinvolto il lavoro a tempo pieno (+88 mila, +0,5%) ma soprattutto quello a tempo parziale (+81 mila, +2%).
Nel 2021 torna a crescere il numero di persone in cerca di occupazione (+66 mila, +2,9%), per effetto dell’aumento di quanti cercano lavoro da almeno un anno (i disoccupati di breve durata diminuiscono) la cui incidenza sul totale dei disoccupati sale al 56,8% (+5,1 punti in un anno). Il tasso di disoccupazione giunge al 9,5% (+0,2 punti rispetto al 2020).
Dopo sei anni di calo ininterrotto e il consistente aumento registrato nel 2020, nel 2021 il numero di inattivi di 15-64 anni torna a diminuire (-460 mila, -3,3% in un anno). Il calo coinvolge sia le forze di lavoro potenziali, la componente più vicina al mercato del lavoro (-232 mila, -7%), sia coloro che non cercano e non sono disponibili a lavorare (-228 mila, -2,2%).
Diminuiscono gli scoraggiati (-265 mila, -19,1%), così come diminuisce la quota di chi non cerca lavoro per pensionamento o mancato interesse (-11,7%); diminuiscono infine gli “altri motivi” che nel 2020 erano soprattutto legati alla pandemia. Il tasso di inattività 15-64 anni scende al 35,5% (-1,0 punti rispetto al 2020).
Oltre mezzo milione di occupati mancano ancora all’appello dopo il forte impatto della pandemia sul mercato del lavoro. Nella media del 2021, il numero di occupati risulta infatti inferiore a quello del periodo pre-pandemia, media 2019, di -555 mila unità (-2,4%) ed è sintesi di un progressivo miglioramento nel corso dell`anno: la distanza con il 2019 era di -944 mila occupati nel primo trimestre, è scesa a -732 mila nel secondo, a -341 mila nel terzo e ha raggiunto i -205 mila nel quarto trimestre.
Il risultato, tuttavia, è anche frutto della dinamica in diminuzione della popolazione in età lavorativa: il tasso di occupazione (15-64 anni) nel quarto trimestre 2021 è superiore a quello del quarto trimestre 2019 di 0,3 punti (59,5 contro 59,2), dopo aver progressivamente recuperato nei trimestri precedenti.
Tra il primo e il terzo trimestre 2021, infatti, la distanza con i tassi di occupazione dei corrispondenti trimestri 2019 passa da -2,1 a -0,2 punti percentuali.
da ildiariodellavoro.it

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