«Basta chiamarci a cose già decise, confronto vero o sarà rottura» Landini: aliquote, vantaggi per i ricchi

Dopo l`Austria anche la Germania va verso l`obbligo di vaccinazione. L`Italia dovrebbe fare come loro?

«Cgil, Cisl e Uil già da sei mesi sono per l`obbligo vaccinale, ritenendo che questa sia la strada più giusta, e non abbiamo cambiato idea – risponde il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini -. Dobbiamo fare il possibile per allargare la vaccinazione. E mi riferisco non solo all`Italia, ma a quei Paesi, come in Africa, dove la percentuale di vaccinati non supera il 3-4-5%, segno di grande diseguaglianza. Dobbiamo sospendere i brevetti e mobilitare la logistica per portare i vaccini nelle zone che sono più indietro».

A che punto è oggi la sicurezza contro il Covid nei luoghi di lavoro?

«Il protocollo che abbiamo firmato un anno e mezzo fa ha dimostrato di funzionare, garantendo condizioni di sicurezza anche prima del green pass. Piuttosto è la sicurezza contro gli infortuni che non va, visto che si continua a morire come trent`anni fa. Serve un`operazione culturale che riporti il tema al centro, un forte investimento su prevenzione, formazione e sulla lotta alla precarietà, che è la prima emergenza da affrontare».

Come?

«Cambiando le leggi. Ci sono troppi contratti che autorizzano forme di precariato. Bisogna riportare il lavoro a termine e quello interinale alle causali e alla loro funzione ordinaria e sostituire il resto, dai tirocini al lavoro a chiama- ta, con un contratto unico di inserimento lavorativo, dal forte contenuto formativo e finalizzato alla stabilizzazione. E va cancellata anche per gli appalti privati la logica del massimo ribasso. Sarebbe il modo anche per affrontare quella che ormai è una “pandemia salariale”».

A cosa si riferisce?

«Ai bassi salari che riguardano intere categorie. Vengo da un`assemblea coi lavoratori dei servizi, del commercio e del turismo, che in tanti casi non superano 2omila euro di retribuzione lorda annua. Anche per questo chiediamo una seria riforma fiscale».

Quella proposta dal governo non lo è?

«Per noi è il momento di agire con la decontribuzione e le detrazioni, per aumentare il netto a favore dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. La manovra sull`Irpef illustrata dal governo ha benefici molto limitati per i redditi fino a 35mila euro, che sono 1`85% del totale, mentre li concentra tra i 4o e i 6omila. E anche oltre 75mila euro si risparmiano 270 euro l`anno, più di quanto previsto per chi ha fino a 15mila euro di reddito. C`è insomma un`idea di progressività a rovescio e non si interviene né sull`evasione né sulle grandi ricchezze».

Pare che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, sia pronto a riaprire il confronto coni sindacati.

«Guardi, proprio mentre stiamo parlando è arrivata la convocazione di Palazzo Chigi

per domani (oggi per chi legge, ndr.) alle 17.3o. Spero si apra un vero tavolo di confronto, perché finora ci hanno solo informati delle intese raggiunte nella maggioranza. Ma noi rappresentiamo i lavoratori dipendenti e i pensionati che, osservo, pagano 1`85% dell`Irpef».

A questo punto lo sciopero generale si allontana?

«Con, Cisl e Uil hanno già in corso una serie di iniziative di mobilitazione sul territorio e nelle categorie. Valuteremo il da farsi dopo l`incontro. Senza risultati, dovremo inasprire le forme di mobilitazione».

Ma si può anche solo ipotizzare uno sciopero generale mentre riparte il Covid?

«Lo sciopero generale non è un fine, ma un mezzo cui il sindacato ricorre quando tutti gli spazi di confronto sono chiusi. A partire da domani, vogliamo un tavolo e risultati su fisco, pensioni, lavoro».

La manovra è già sottoposta a 6.30o emendamenti. Se anche voi ci mettete un carico di richieste, come ne esce il governo?

«Rispondendo ai bisogni di quella parte del Paese che più ha sofferto nella pandemia. Mi riferisco a giovani, donne e lavoratori con salari bassi, che, in condizioni difficili, hanno assicurato beni e servizi di base per tutti. Se si vuole davvero sconfiggere la pandemia e ricostruire un clima di fiducia, è ora di dare risposta a questi bisogni, mettendo al centro il lavoro e le condizioni di vita delle persone».

Secondo lei l`azione del governo risente anche della partita per il Quirinale?

«Siamo di fronte a una maggioranza eterogenea e, come si vede sugli emendamenti, c`è il rischio che si piantino tante bandiere di carattere elettorale anziché risolvere i problemi. Per questo è importante che il governo recuperi il rapporto con la rappresentanza sociale».

Draghi è meglio che resti a Palazzo Chigi o che vada al Quirinale?

«E una decisione che prenderà il Parlamento. Per me, adesso, Draghi è il presidente del Consiglio ed è importante che ci sia un confronto per cambiare le scelte contenute nella legge di Bilancio».

Significa che non basta modificare la proposta di taglio delle tasse?

«Nella manovra ci sono alcune cose importanti, come l`avvio della riforma degli ammortizzatori, l`aumento della spesa per la sanità pubblica, e le risorse per i contratti pubblici. Ma su fisco, pensioni, scuola, precarietà e politiche industriali non ci siamo ancora, servono dei cambiamenti. Il 16 novembre il governo ci aveva promesso l`apertura di veri tavoli di confronto su queste materie ma finora non è successo. Mi auguro che da domani le cose cambino».

Altrimenti?

«Valuteremo con Cisl e Uil. La Cgil ha già convocato il direttivo per venerdì (o3/12)

di Enrico Mario da Corriere della Sera

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