Fp Cgil, occorre piano nazionale per la salute mentale “Controlli Nas ne hanno evidenziato necessità”

“I controlli che i Nas hanno effettuato in questi giorni sui servizi di salute mentale di tutto il territorio nazionale evidenziano che una struttura su cinque presenta carenze strutturali, condizioni ambientali inadeguate, mancanza di requisiti minimi di sicurezza, ma soprattutto carenza di figure professionali”. A comunicarlo è l’Osservatorio salute mentale della Fp Cgil. “Una situazione di degrado che denunciamo da anni, causata da politiche di definanziamento che hanno smantellato un modello invidiato da tutto il mondo – prosegue il sindacato -. Serve un nuovo piano nazionale per la salute mentale, ad iniziare dalle risorse necessarie per le assunzioni di personale e per riqualificare strutture vecchie e inadeguate. Ora il Governo deve far sì che i controlli non cadano in un nulla di fatto o peggio sugli operatori già soffocati dalla mancanza di mezzi adeguati, servono investimenti concreti”, conclude. (ANSA).
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Blitz Nas, 1 centro salute mentale su 5 è irregolare Controlli in 536, “maltrattamenti, carenze, farmaci scaduti”
Maltrattamenti e abbandono di incapaci, carenze di figure professionali, mancanza di piani terapeutici, ansiolitici scaduti, servizi igienici malfunzionanti, ambienti insalubri, violazioni igieniche nelle cucine. E’ questo il quadro delle irregolarità riscontate dai Carabinieri dei Nas in 122 centri di salute mentale in Italia, il 22%, praticamente uno su cinque nel corso di controlli effettuati negli ultimi giorni in 536 strutture private e pubbliche. Strutture che in un periodo di pandemia sono chiamate ancora più in causa per l’assistenza sul territorio, come ha evidenziato la Seconda Conferenza sulla salute mentale di pochi giorni fa. “Il delicato obiettivo – spiegano i Nas – è stato individuato, d’intesa con il Ministero della Salute, al fine di monitorare lo stato di tali servizi a seguito di recenti episodi di cronaca che hanno riproposto l’attualità e l’importanza nella corretta gestione della salute mentale nel più ampio contesto di tutela delle fasce più deboli, anche in relazione ai cambiamenti sociali causati dall’emergenza sanitaria”. Tra le infrazioni più gravi, la contestazione di reati di maltrattamento e abbandono di incapaci riscontrati presso due strutture di Agrigento e Sassari i cui gestori sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria “per aver ospitato pazienti con patologie mentali in ambienti insalubri, senza assicurare la presenza di figure professionali e un adeguato livello di cura”. Un ambulatorio di salute mentale in provincia di Avellino è stato invece sequestrato “poiché funzionante in assenza di requisiti e di autorizzazioni”. E presso altre strutture campane che erogavano servizi psichiatrici, nell’avellinese e nel salernitano, è stata riscontrata anche inidoneità delle stanze riservate all’isolamento dei degenti Covid-19. Più in generale, spiegano i Nas, la maggior parte delle irregolarità hanno interessato inadeguatezze strutturali, assistenziali ed organizzative dei servizi dedicati alle persone con patologie psichiche: in 77 strutture sono stati rilevati “spazi insufficienti e servizi igienici malfunzionanti indistinti per sesso, carenze nei livelli di assistenza dovute alla mancanza di piani riabilitativi e di operatori adeguati alle necessità rieducative dei pazienti, ambienti insalubri per umidità e muffe alle pareti, esfoliazione degli intonaci, mobilio fatiscente, mancanza di climatizzatori”. In otto episodi ispettivi, i Nas hanno rinvenuto farmaci e bombole di ossigeno scaduti “detenuti nelle astanterie delle strutture in promiscuità con i medicinali ancora validi destinati alla somministrazione. Ben 240 sono le confezioni contenenti vari farmaci a base di ansiolitici e per il trattamento dell’umore scaduti”. Ulteriori violazioni, in almeno 11 obiettivi controllati “sono riconducibili a inosservanze in materia di sicurezza sul lavoro, mancata valutazione dei rischi e inadempienze alle misure di contenimento del Covid-19”. Infine, i Nas hanno accertato carenze “nella corretta conservazione e preparazione degli alimenti nei centri ove è previsto un servizio semiresidenziale o di ricovero H24: presso 9 cucine associate a tali strutture sono state contestate violazioni di carattere igienico sanitario”. (ANSA).

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