‘Ndrangheta in Toscana: Avviso Pubblico e Libera, è conferma. Fond. Caponnetto, fallita la prevenzione

Avviso Pubblico e Libera esprimono “vivo e sincero plauso per l’importante operazione antimafia, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze e condotta dai carabinieri forestali, dal Noe e dal Ros, sui reati ambientali e sugli sversamenti degli scarti del comparto conciario di Santa Croce sull’Arno (Pisa). La maxi inchiesta conferma ancora una volta come le mafie operino in maniera forte e sempre più pervasiva in regioni ricche come la Toscana, diventate un mercato sempre più appetibile per investire parte dei capitali mafiosi”. “Nel registro degli indagati, insieme a diversi imprenditori considerati legati alle cosche di ‘ndrangheta – scrivono nella stessa nota le due associazioni – , ci sono il capo di gabinetto della Regione Toscana e l’ex presidente della Provincia di Pisa, oggi consigliere regionale del Pd, indagati per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Sotto indagine anche il sindaco di Santa Croce sull’Arno, con le accuse di corruzione, abuso d’ufficio e di associazione a delinquere in concorso con un gruppo di imprenditori”, inoltre “l’operazione nasce da un’inchiesta più ampia sulla ‘ndrangheta in Toscana che ha portato a 23 arresti e mostrato l’infiltrazione delle cosche calabresi nella Regione Toscana attraverso la gestione di più attività, dal traffico di cocaina al controllo di lavori stradali sino allo smaltimento illecito di rifiuti delle concerie”. “Abbiamo consapevolezza dell’importanza dell’inchiesta – ha dichiarato Ilaria Santi, coordinatrice regionale di Avviso Pubblico, assessore del Comune di Prato – Con la Regione Toscana, recentemente, abbiamo avuto un incontro per valutare l’attivazione di un progetto di prevenzione contro le mafie e per la formazione degli amministratori locali, da realizzarsi con la collaborazione di tutte le istituzioni preposte, come abbiamo fatto in altre parti d’Italia. Confidiamo nel lavoro della magistratura affinché in tempi rapidi venga presto venga fatta chiarezza su ruoli e responsabilità”. “Ci pronunciamo con la dovuta cautela, dato che si tratta di indagini in corso – ha aggiunto don Andrea Bigalli, referente di Libera Toscana – Se si confermassero le accuse fin qui conosciute a mezzo stampa saremmo di fronte a un caso gravissimo, che ci conferma la necessità che i pubblici amministratori siano adeguatamente formati a riconoscere gli elementi delle infiltrazioni mafiose e a fondare le proprie motivazioni su un piano etico, perché il loro agire sia sempre a servizio del bene comune”. (ANSA).
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Fondazione Caponnetto, “prevenire è compito delle classi dirigenti che in Toscana, purtroppo, hanno fallito

“I nostri report, negli anni, ci hanno reso antipatici a molti, ma avevamo e abbiamo ragione. L’importante operazione antimafia di ieri mi auguro faccia aprire gli occhi alla classe politica e sociale della Toscana.
Ieri è stato rotto per molti un tabù: i rapporti tra mafia e politica in Toscana, a prescindere che questi vengano o no giudicati un reato, non sta a noi dirlo, esistono.
Molte le conferme arrivate da questa operazione:
– abbiamo avuto la conferma, lo diciamo da 8 anni, che abbiamo una nostra terra dei fuochi, con lo sversamento di 8000 tonnellate di rifiuti tossici;
– abbiamo avuto la conferma che le mafie mirano ad occupare le organizzazioni di categoria;
– abbiamo avuto la conferma che le mafie usano il porto di Livorno.
Lo diciamo da anni.
La classe politica toscana, buona parte, benché avvertita, se ne è fregata dei nostri allarmi fino al punto che oggi la Toscana è divorata dalla mafia.
Le forze dell’ordine e la magistratura possono agire celermente come in questo caso, ma prevenire è compito delle classi dirigenti che in Toscana, purtroppo, hanno fallito”.

Lo dichiara Salvatore Calleri presidente della Fondazione Antonino Caponneto.

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