Test da medici base, professionisti organizzano No-Fimmg day. Cgil, operazione di facciata

“Restituiremo in massa tessere sindacato che ha firmato”
“Noi medici di medicina generale di diverse regioni d’Italia siamo sconcertati dell’accordo sui tamponi rapidi firmato a nome nostro senza alcuna consultazione democratica. Per questo, in dissenso con il nostro ormai ex sindacato Fimmg, lanciamo il No-Fimmg Day per il 2 Novembre e restituiremo in massa la tessera”. Lo scrivono in una nota i medici di famiglia che pur appartenendo all’unico sindacato che ieri sera ha firmato con la Sisac l’intesa sui tamponi rapidi dai medici di famiglia non condividono la sigla dell’accordo e in segno di protesta restituiranno la tessera sindacale. “Si sappia che i Sindacati firmatari non rappresentano noi e non rappresentano la maggioranza dei medici di medicina generale – si legge nella nota – i quali rifiutano di prestarsi a giochetti politici sulla loro pelle”. E aggiungono: “Esigiamo che i tamponi per Covid, dei quali non disconosciamo affatto l’utilità, vengano effettuati in strutture idonee e sicure, quali non sono gli studi medici del 99% dei medici di base. Come noto, quasi tutti i nostri studi sono appartamenti privati, arredati a studio medico. Nessuno di questi, sarebbe mai stato autorizzato a queste pratiche, non rispondendo alle caratteristiche di ambulatorio”. “Peraltro questo tipo di attività – concludono – si aggiungerebbe alle già notevoli incombenze burocratiche, legate alla chiusura al pubblico di molte strutture distrettuali e toglierebbe tempo e cure per i pazienti non Covid, affetti da gravi patologie croniche e per le quali dobbiamo quotidianamente prestare opera, come compito dovuto”. (ANSA).

Test da medici base: Cgil, accordo operazione di facciata
“Un accordo sbagliato, un’operazione di facciata, inutile e pericolosa, che serve solo a coprire le mancanze delle Regioni nell’organizzazione dell’assistenza territoriale”. Lo afferma il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Andrea Filippi, commentando l’esito della trattativa alla Sisac, l’ente di contrattazione pubblica, per i test negli studi medici del territorio e la diagnostica di base. “Non è affidando i tamponi agli studi privati dei medici di medicina generale che si contribuisce ad arginare la travolgente diffusione della pandemia”. Ma soprattutto, prosegue Filippi, “è un accordo pericoloso perché mina la salute di cittadini e medici che non possono garantire la sicurezza necessaria nei loro studi.
Filippi poi continua:”È necessario uscire dalla logica dell’isolamento dei professionisti che dall’inizio della pandemia sono abbandonati senza mezzi di protezione, senza protocolli organizzativi, e senza sostegno multiprofessionale, per recuperare una logica di sistema e di organizzazione integrata”. Questo accordo, conclude, “lede l’immagine dei medici di medicina generale facendoli passare per dei mercenari che lavorano a cottimo, quando al contrario sono seri professionisti che chiedono di essere tutelati insieme ai cittadini e a tutti gli operatori sanitari e che non vogliono svendere la propria sicurezza e la vita per risorse economiche aggiuntive che il governo potrebbe spendere in modo più appropriato attrezzando luoghi sicuri in contesti integrati per fare i tamponi”.
“Due milioni di test da distribuire entro fine anno a 53 mila medici di famiglia su tutto il territorio nazionale, aggiunge,  significa che ogni singolo professionista farà 1 solo tampone al giorno” “Ci si chiede, conclude se valeva per davvero la pena di organizzare tutto questo per un risultato così” (ANSA).

 

La Notizia

Tamponi in studi medici, Ok da sigle per 100% pediatri e per 70% medici base
L’accordo per l’esecuzione dei tamponi rapidi antigenici negli studi dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale ha un valore ‘erga omnes’. Secondo quanto si rileva a margine della trattativa, infatti, le sigle sindacali dei pediatri hanno tutte firmato l’accordo coprendo il 100% dei pediatri di libera scelta. Le sigle dei medici di famiglia che hanno dato l’ok coprono il 70% dei medici di base sul territorio. Tutti i medici di base ed i pediatri di libera scelta saranno dunque tenuti ad effettuare i tamponi rapidi e le modalità organizzative possono essere demandare ad accordi a livello regionale. (ANSA).

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