‘Non credo si sia lamentato quando alle imprese non hanno fatto pagare l’iva. Nessuno vuole vivere di sussidi perché di sussidi non si vive. Ma oggi c’è il problema di fare gli investimenti, quindi non è un problema solo del governo, è anche il fatto di cercare di far ripartire gli investimenti privati. Insisto, il problema è il lavoro e soprattutto combattere la precarietà nel lavoro. Noi abbiamo una produttività più bassa del resto d’Europa non perché la gente lavora meno o fa meno ore, ma perché hanno investito meno in innovazione e ricerca e perché hanno usato molto la precarietà, l’appalto e il subappalto. Questo è il modello che va cambiato e su questo chiediamo al governo e alle imprese di cambiare davvero registro’. Ad affermarlo è il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini commentando le parole del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi che ha detto di non voler vivere in ‘Sussidistan’.
‘E poi in questo paese c’è da combattere l’evasione fiscale – sottolinea ancora il segretario generale della Cgil – non ho sentito dire una parola. Un paese che ha 107 miliardi di evasione fiscale credo che sarebbe un elemento molto importante farlo diventare una battaglia comune di riforma vera. Compreso il fatto di fare una battaglia in Europa per evitare paradisi fiscali. Se esistono le delocalizzazioni è proprio perché esistono paesi in cui puoi pagare meno tasse’. Quindi oggi, aggiunge, ‘cambiare l’europa vuol dire lavoro con diritti e dall’altra parte fare una battaglia vera contro la speculazione finanziaria e contro l’evasione fiscale’.
Sul tema Europa e su come il governo spenderà i soldi dell’Ue Landini dice:’ stiamo chiedendo a Conte e agli altri ministri di essere convocati per poter decidere insieme. Siamo ancora alle linee guida generali. Anche l’Europa prima dell’inizio del prossimo anno ha detto che non valuta nulla, quindi in linea teorica abbiamo tutto il tempo per decidere con intelligenza come spendere quei soldi. Il punto è che ci deve essere un coinvolgimento delle parti sociali, in questo caso delle organizzazioni sindacali, perché bisogna difendere il lavoro e una delle cose da fare in questa fase è una riforma vera degli ammortizzatori sociali che deve estendere le tutele a tutti e deve impedire che tra qualche mese si aprano licenziamenti nel nostro paese’. (adnkronos)
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Bombardieri boccia Bonomi, Furlan apprezza
La relazione di Carlo Bonomi all’Assemblea di Confindustria suscita reazioni diverse tra i sindacati. I leader delle tre confederazioni Cgil, Cisl e Uil danno letture opposte. Anna Maria Furlan, per la Cisl, loda l’appello al patto sociale ribadito oggi dal presidente di Confindustria:
“La cosa importante che ha detto Carlo Bonomi -dichiara Furlan- è questo appello al governo perché faccia un patto vero per lo sviluppo e il lavoro, come chiesto un anno fa anche da Cisl Cgil e Uil al presidente del consiglio Giuseppe Conte. Siamo in una situazione davvero complessa del nostro paese per perdita di produzione industriale e perdita di costi di lavoro e perché conviviamo con la minaccia continua del virus”- ha proseguito la leader della Cisl osservando quindi come sia evidente “che l’opportunità delle risorse europee debba essere colta immediatamente, aggiungendo al Recovery fund anche il Mes per la sanità, facendo un’alleanza forte tra istituzioni e parti sociali, affinché tutte quelle risorse siano davvero spese al meglio, creando posti di lavoro, stabilità economica e accorciando le tante diseguaglianze che sono diventate dilaganti durante questo terribile periodo di crisi”.
Critico, invece, il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri: “Bonomi ha parlato di un Patto per l’Italia, ma noi un Patto per il Paese lo abbiamo già proposto da tempo. Peraltro, sarebbe complicato sottoscriverlo se si parte da presupposti diversi: Bonomi fa riferimento a Max Weber, noi a Stiglitz e a Ester Duflo. Lui parla di diseguaglianze di reddito e noi di diseguaglianze sociali. Inoltre – ha sottolineato il leader della Uil – non ho sentito nella sua relazione un ringraziamento alle lavoratrici e ai lavoratori che nei mesi critici hanno fatto funzionare le aziende. Noi continuiamo a condividere il Patto per la fabbrica e vogliamo rinnovare i contratti, verificheremo, nei fatti, se anche la Confindustria ha la stessa intenzione. Infine – ha concluso Bombardieri – non comprendiamo la proposta di Bonomi di far pagare l’Irpef direttamente ai lavoratori dipendenti: mettere sullo stesso piano autonomi e dipendenti è una vergogna”. fonte ildiariodellavoro.it
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Confindustria dimentica il lavoro
di Paolo Andruccioli da collettiva.it Primo discorso pubblico per Carlo Bonomi. Critiche alle politiche economiche senza una visione e ai “sindacalisti furbetti”. Poi chiede un Patto per l’Italia che rimetta al centro le aziende. La replica di Landini: “Non ha mai parlato di occupazione, che diventa sempre più precaria”
Amore per l’Italia, amore per le imprese, una visione per il futuro e il coraggio di scelte anche controvento. Ma anche un no secco alle ambiguità della politica economica che ha portato al fallimento del reddito di cittadinanza e no ad un possibile ingresso dello Stato in economia (“Non vogliamo tornare all’acciaio e ai panettoni di Stato”). L’unica cosa che serve è il ritorno ad una vera centralità dell’impresa. Poi un no secco al salario minimo per legge e soprattutto al rischio della dispersione delle grandi risorse che stanno per arrivare dall’Europa con il Recovery Fund.
Infine basta con le rappresentazioni che vedono le imprese contrarie al rinnovo dei contratti. Noi siamo per le regole sottoscritte due anni fa con i sindacati e non siamo mai stati per il blocco dei contratti nazionali come dimostra la firma del contratto per la sanità privata. Quindi basta con i sindacalisti “furbetti” che attaccano Confindustria solo perché non vogliono rispettare le regole. Per il Patto per l’Italia ci vuole dialogo, non accuse “piazzaiole”. Questo in sintesi il messaggio lanciato oggi (29 settembre) dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi al suo debutto come presidente all’assemblea annuale di Confindustria.
Per Bonomi, non basta ricevere le risorse europee se il Paese non verrà coinvolto e se non saranno compresi tutti i passaggi dai soggetti che dovranno essere protagonisti della ricostruzione. Ci vuole una visione e si dovrà avere la capacità di motivare e coinvolgere i giovani e le donne (ancora discriminate sul lavoro a partire dalle retribuzioni). Rivolto al governo Bonomi ha detto che il ritardo della politica riguarda prima di tutto una cultura che è contraria all’impresa. Lo si è visto – ha spiegato Bonomi – con la cancellazione dei programmi di Industria 4.0. (su questo gli ha risposto poi il ministro Patuanelli che ha confermato la volontà del governo di rilanciare quel progetto). E se è stato un errore abbandonare Industria 4.0, sarebbe ancora più grave affidare la rete delle comunicazioni ad un soggetto pubblico. Monito anche sulla sostenibilità.
È vero che deve essere un obiettivo, ha detto Bonomi, ma non si devono fare scelte avventate e le imprese devono essere coinvolte prima di prendere delle decisioni. Anche sulla riforma fiscale Confindustria rivendica un primato di ascolto da parte del governo perché è ora di farla finita con il luogo comune degli autonomi come unici evasori fiscali. Anche i lavoratori dipendenti – ha precisato Bonomi – evadono. Importante, per capire la filosofia del nuovo gruppo dirigente degli industriali italiani è stato anche il passaggio sulla riforma degli ammortizzatori sociali. È arrivato il momento di dire basta al blocco dei licenziamenti ed è necessario al contrario ridare libertà di scelta all’impresa. Il presidente Bonomi ha ringraziato tutte le istituzioni (ma non i sindacati) che hanno espresso solidarietà nei confronti degli imprenditori che sono stati oggetto di attentati. “Non ci fermeranno le buste con proiettili”.