MEZZOGIORNO: CONFINDUSTRIA, CRESCE DIVARIO NORD-SUD

Di fronte alle forti difficolta’ che la crisi economica e finanziaria sta producendo su scala internazionale, il Mezzogiorno si presenta ancora con il suo pesante fardello di problemi irrisolti. E se fino a qualche tempo fa uno scarso inserimento di questa parte del Paese nell’economia globale la teneva parzialmente al riparo dagli eventi negativi esterni, oggi la protezione derivante dall’isolamento e’ meno attiva e l’intreccio fra perduranti problemi strutturali e la crisi globale rende l’economia meridionale piu’ fragile ed esposta.Questo e’ il messaggio che emerge dal Check up Mezzogiorno, una guida aggiornata alla lettura dei principali indicatori economici e sociali territoriali, curata dal Comitato Mezzogiorno di Confindustria e dall’IPI (Istituto per la Promozione Industriale).La crescita del PIL si e’ fermata – osserva Cristiana Coppola, Vice Presidente di Confindustria – e con essa si assiste alla fine del lento processo di convergenza che aveva caratterizzato il Mezzogiorno nella seconda meta’ degli anni Novanta. Rallenta inoltre il processo di accumulazione, fino ad annullarsi per la componente piu’ ‘industriale’ degli investimenti in macchine ed attrezzature e, contemporaneamente, anche la domanda delle famiglie presenta una dinamica molto piu’ contenuta rispetto al resto del Paese.In effetti il divario, misurato in termini di PIL pro-capite rispetto al Centro-Nord, oltrepassa oggi i 42 punti percentuali e nel confronto con gli altri paesi europei il reddito per abitante del Sud e’ superato ormai non solamente da Spagna, Grecia e Portogallo, ma anche da alcuni Paesi di nuova adesione come Repubblica Ceca, Slovenia, Malta e Cipro.asca

Pulsante per tornare all'inizio