Nel 2009 un’azienda di capitale su tre del territorio fiorentino stata in perdita, lo stesso anno stato registrato un calo medio del fatturato dell’8-9% che si traduce in una diminuzione della redditivit operativa del 20-22%, e nel complesso le imprese pi piccole hanno subito maggiormente i ‘colpi’ della cris, mentre hanno retto meglio quelle pi grandi. E’ quanto emerso oggi dalla presentazione del rapporto dell’Osservatorio sui bilanci delle societ di capitale fiorentine 2005-2009, condotta su 7 mila imprese con un volume d’affari di oltre 500 mila euro. Secondo Francesco Dainelli dell’Universit di Firenze, tra i curatori dell’analisi, nel 2009 le aziende in perdita sono aumentate del 5% rispetto all’anno precedente dove erano cresciute del 10%. La situazione peggiore per le piccole imprese rispetto a quelle pi grandi, che scontano anche maggiori difficolt nell’accedere al credito e nel contrattare con il sistema bancario. Le realt pi grandi e strutturate, ha aggiunto, hanno invece potuto contrattare meglio, risparmiare oneri finanziari dalla discesa dei tassi e nel 2009 non hanno quasi risentito della crisi. Per il 2010 e l’inizio del 2011, ha spiegato Riccardo Perugi di Unioncamere Toscana, si assiste a una moderata e graduale ripresa che interessa i settori pi orientati all’export, cos come il turismo. La situazione comunque molto variegata ma chi ha investito nell’internazionalizzazione e nella ricerca dei nuovi mercati sta avendo migliori risultati. Chi opera invece – ha aggiunto – sul mercato locale accusa ancora difficolt perch la domanda interna ferma. Sul fronte finanziario, sono stati illustrati alcuni dati forniti da Bankitalia che evidenziano come la crisi ha prodotto un significativo rallentamento dei finanziamenti alle imprese che sono tornati a crescere moderatamente nel 2010 con un +1,8% a livello toscano e +1,5% a livello fiorentino. Dal 2008 alla fine del 2010 per aumentata l’incidenza delle partite ‘deteriorate’, vale a dire con sofferenze o ‘incagli’, mentre lo scorso anno la domanda di prestiti rimasta debole e hanno continuato a contrarsi i finanziamenti legati all’attivit di investimento a fronte di una ristrutturazione delle posizioni debitorie.(ANSA).
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