Lavorava come imbianchino ma a marzo era stato licenziato. L’uomo, 49 anni, padre di due figli, non accettava l’idea di non avere pi un posto fisso. I servizi sociali, che lo seguivano da tempo anche per questioni legate alla sua salute, erano comunque riusciti ad affidargli un contratto a progetto. L’altro ieri l’uomo andato a sfogarsi con il sindaco. Poche ore dopo si impiccato nei giardini pubblici vicino al Comune, a Terricciola (Pisa). La notizia del legame che potrebbe esserci tra il suicidio e il malessere per i problemi di lavoro riportata dal quotidiano Il Tirreno. A scoprire il cadavere, diverse ore dopo la morte, stata una pattuglia dei carabinieri durante un giro di ronda notturna: anche la caserma nelle vicinanze. Pure i militari conoscevano l’uomo e i suoi disagi che, per, non erano mai sembrati insuperabili, o almeno cos gravi da condurre al suicidio. I servizi sociali avevano affidato al quarantanovenne un contratto a progetto pera un lavoro di pulizia delle strade nel comune di Terricciola. Alcune ore prima di impiccarsi, l’operaio aveva incontrato il sindaco di Terricciola, Maria Antonietta Fais. Con lei si era sfogato. Le aveva raccontato i suoi problemi, di come non riuscisse ad accettare la situazione in cui si era venuto a trovare. L’uomo non riusciva a controllare l’angoscia per aver perso il lavoro e il timore di non trovare pi un posto fisso, oltre, probabilmente, a quello che anche l’impiego a progetto potesse non essere sufficiente a soddisfare le esigenze della famiglia. Fra le sue preoccupazioni, c’era quella di essere stato licenziato anche per il fatto di aver bisogno di frequenti incontri con lo psicologo. Come lui, per, altri operai della stessa azienda hanno perso il posto: la ditta non aveva pi lavoro sufficiente per tutti. (ANSA).IL CORDOGLIO DELLA FILLEA CGILLa Fillea CGIL di Pisa vicina alla famiglia di Santo De Rosa, lavoratore edile, ennesima vittima di una crisi economica che, anche nella Provincia di Pisa,sta facendo sentire sempre di pi suoi effetti drammatici sulle persone e sul tessuto produttivo.Santo lo ricordiamo come una persona umile e pacata; da qualche mese l?Azienda dove lavorava lo aveva posto in cassa integrazione a zero ore, avevamo chiesto al titolare dell?Azienda di effettuare quantomeno una rotazione tra i vari lavoratori, facendolo lavorare qualche settimana al mese, ma senza risultato.Nel frattempo Santo non si era arreso, cercava altre soluzioni, chiedeva alle Istituzioni, ai Sindacati, a quanti potevano avere qualche strumento a disposizione di darli una mano, cos come fanno centinaia di lavoratori che ogni giorno si trovano ad affrontare situazioni difficili.Santo non ha retto alla prospettiva di un futuro sempre pi incerto e precario; su questo vorremmo che si aprisse una riflessione a voce alta che coinvolga tutti i soggetti politici, istituzionali ed economici, affinch si utilizzino tutti gli strumenti a disposizione perch le conseguenze sociali della perdita di un posto di lavoro o comunque della Cassa Integrazione non pesino sulle spalle dei pi deboli. A volte insieme agli strumenti ed alle leggi ci vorrebbe, secondo noi, anche un po? di sensibilit .Qualcuno ci aveva detto che questa crisi sarebbe passata, o non ci sarebbe proprio stata; purtroppo oggi, anche nelle -nostre Sedi, ci troviamo di fronte ad un incremento dei licenziamenti e delle Casse Integrazioni e se non si instaurano collaborazioni sempre pi sinergiche tra parti sociali e Istituzioni, la situazione rischia di degenerare anche in zone come la Valdera dove l?edilizia stata sempre un punto di ricchezza e di forza; il problema resta far ripartire l?economia ma, nonostante la CGIL abbia indicato da anni la strada degli investimenti e del rilancio occupazionale, in questo Paese si continua sulla strada delle politiche depressive e inique.La nostra organizzazione, come ha sempre fatto, si mette a disposizione in un rapporto con le Istituzioni, affinch questi gravi episodi non vengano ulteriormente sottovalutati. Ci dobbiamo sentire tutti coinvolti, tentando di dare risposte concrete ed immediate alle persone ed alle famiglie pi deboli ed esposte alla crisi economica e sociale.Per questo ci sentiamo in dovere di impegnarci sempre di pi perch quello che successo a Santo non si abbia pi a ripetere.Ponsacco, 30-07-2012 Fillea-Cgil Pisa
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