Le restrizioni di orario e il controllo degli acquisti per gli ospiti dei centri accoglienza straordinaria (Cas) disposte dalla prefettura di Firenze sembrano andare in controtendenza rispetto alla gestione delle strutture toscane, che ospitano in media 12 persone in ambienti dove il controllo immediato e quotidiano e non sono mai stati configurati come luoghi chiusi. Lo ha detto l’assessore regionale alla presidenza, Vittorio Bugli, rispondendo in Consiglio regionale a un’interrogazione di Serena Spinelli (capogruppo Mdp). Bugli, ricordando che la gestione dei centri di esclusiva competenza delle prefetture, ha spiegato che non c’ stata possibilit di condividere con la Prefettura di Firenze gli elementi che hanno dato origine ai provvedimenti. Con l’organizzazione strutturata in piccoli centri diffusi sul territorio, ha proseguito l’assessore, puntiamo a che ci siano certamente elementi di controllo, ma non che siano luoghi chiusi. I Cas, ha aggiunto, sono visti come strutture con finalit sociali e di accoglienza, nell’ottica di stimolare inclusione sociale e dove sono stati tentati anche elementi di autogestione. Spinelli ha chiesto all’assessore di insistere su un rapporto strutturato e costante con la Prefettura, a cui fa capo anche scelta luoghi dove ragazzi vengono ospitati.(ANSA).
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