8 MARZO 2012

ÿPer l’8 marzo prossimo abbiamo scelto di pubblicare questa bella riflessione diÿMara Nardini,ÿSegretaria nazionale Spi Cgil,ÿResponsabile Coordinamento Donne pubblicata su LiberEt…ÿÿSiamo il cambiamento che vogliamo.ÿUn otto marzo di cambiamento.ÿPerch‚ le donne sono state quelle che per prime e pi— di altri hanno pagato il prezzo della crisi, ma sono state anche le prime a reagire, con le manifestazioni in tutte le piazze dItalia del 13 febbraio 2011, il forte contributo a tutte le mobilitazioni per il successo dei referendum o contro le politiche del precedente governo e, pi— in generale, con una ripresa di parola, di protagonismo, di ruolo.ÿOra vi Š stato un cambio politico nel governo del paese ma, rispetto al genere femminile, ancora una volta contro di noi e senza di noi (pensiamo solo allet… pensionabile delle donne). Allora ‚ necessario un mutamento, che imponga nel discorso pubblico intorno alla crescita il tema dellallargamento della base occupazionale tramite la grande risorsa rappresentata dalle donne, sempre pi— istruite, ma sempre pi— escluse dal mercato del lavoro.ÿE il tema del welfare, non come costo da comprimere, ma come fattore di sviluppo e investimento in infrastrutture sociali che producono rispetto dei diritti di cittadinanza, occupazione femminile, coesione, benessere.ÿE necessario un cambiamento, che riconquisti spazio e peso politico alle elaborazioni e alle proposte delle donne sui grandi temi del lavoro, del welfare, della salute, della conciliazione, della violenza, del valore sociale della maternit….Temi al centro della recente Assemblea delle donne dello Spi, che ha portato allo scoperto le differenze di genere nella situazione sociale e lavorativa della popolazione e ha indicato le proposte per mettere in discussione e modificare le condizioni che le hanno costruite.ÿLavoro femminile come volano della crescita e welfare come fattore di sviluppo economico e sociale sono obiettivi concreti e perseguibili nel grande cambiamento che la crisi impone, ma non devono impedire di guardare ad un orizzonte pi— ampio, che Š quello del limite allattuale modello di sviluppo che la crisi sta disvelando, e la messa in discussione di un modello maschile della politica.ÿA questo proposito, si pone con forza la questione della rappresentanza politica e dei meccanismi di sostanziale esclusione del genere femminile dai luoghi di decisione e di governo del paese. Anche qui Š ora di cambiare, il grande tema della democrazia paritaria, che con tanta tenacia e successo le donne dello Spi hanno perseguito allinterno della propria organizzazione, deve rappresentare la chiave di volta nel futuro politico del paese, nellauspicabile riforma elettorale e nel non lontano appuntamento elettorale che aspetta lItalia il prossimo anno. Per avere un paese diverso, un paese paritario.ÿÿÿÿÿ

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