3 dicembre

A concludere l’Assemblea Nazionale dei delegati e delegate l’intervento di Susanna Camusso ?curare il lavoro significa avere a cuore il futuro dei lavoratori, la loro identit…, la loro dignit…? Š l’unica strada per risollevare il Paese dalla crisi?Bisogna curare il lavoro rimettendolo al centro, perchŠ curare il lavoro significa curare l’Italia e l’Europa?. Con questo appello il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso ha concluso l’Assemblea Nazionale Straordinaria dei delegati e delegate della Confederazione. La leader della CGIL Š intervenuta al termine di un intenso dibattito nel corso del quale lavoratrici e lavoratori con le loro esperienze, le loro storie hanno descritto l’Italia vera, quella che, nonostante la crisi, continua a mandare avanti il Paese.ÿIL VIDEO – Clicca quiCon l’assemblea nazionale del 3 dicembre, la CGIL ha voluto riportare al centro del dibattito il lavoro, perchŠ, come sottolinea il titolo dell’evento ‘Il Lavoro Š l’unica cura per il Paese’. ?Abbiamo scelto il verbo curare, perchŠ implica rispetto, attenzione, passione, riconoscimento. Curare Š un verbo classico che si usa per le persone, e quindi, curare il lavoro significa avere a cuore il futuro dei lavoratori, la loro identit…, la loro dignit…?. Cos Susanna Camusso ha voluto spiegare il senso delle parole d’ordine con le quali sono state chiamate a Roma, al Palalottomatica, oltre 15mila delegati e delegate provenienti da tutta Italia.Curare il Paese, secondo Camusso, significa ?difenderlo?, rimettere al centro le tante storie che oggi sono state raccontate, le tante vertenze aperte, le tante vertenze sconosciute, le tante vertenze di coloro che oggi sono in Cassa integrazione, in attesa di capire qual Š il destino del loro posto di lavoro e della loro impresa. Importante, quindi, per la leader del sindacato di Corso d’Italia, un piano per il lavoro che guardi ai giovani. ?Un piano straordinario per l’occupazione giovanile – ha spiegato – finanziato da risorse pubbliche e private? che abbia tra le finalit… ?la messa in sicurezza del territorio, i problemi legati alla deforestazione, che rinvesta in un’idea di territorio mantenuto e curato?. Per raggiungere questi obiettivi ?bisogna saper ‘sfruttare’ le conoscenze e l’intelligenza dei giovani?.ÿCurare il lavoro e quindi l’Italia, significa per Camusso, difendere i diritti dei lavoratori: ?dalla rappresentanza, alla contrattazione, alla possibilit… di organizzarsi e di esserci nei luoghi di lavoro?. Per questo motivo il 7 e l’8 marzo la CGIL voter… per le rappresentanze sindacali unitarie in tutti i settori pubblici e per lo stesso motivo, ha dichiarato Camusso ?preoccupa che una grande azienda metalmeccanica pensi di potere cancellare la CGIL dagli stabilimenti FIAT, noi vogliamo esserci. Faremo di tutto perchŠ FIOM e CGIL ci siano?. L’articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori ?deve essere preso con attenzione, altrimenti c’Š il rischio che diventi una regola per i sindacati di comodo?. La norma dovrebbe essere ?integrata con le libert… sindacali?, ha spiegato Camusso. ?Il primo numero magico Š per noi l’articolo 18, un articolo che non si tocca, perchŠ i licenziamenti discriminatori sono un tema su cui si misura la civilt… di un paese e l’Italia Š un paese civile. L’articolo 18 parla di libert… dei lavoratori. Non ci pu• essere libert… di impresa se non c’Š la libert… del lavoro. Abbiamo un enorme mondo del lavoro da curare che deve avere le stesse tutele, gli stessi diritti e prospettive?.Per uscire dalla crisi, secondo Camusso, Š importante una strategica politica industriale, la riduzione significativa delle 46 diverse forme contrattuali esistenti, una riforma degli ammortizzatori sociali che garantisca ?tutele dignitose?. Inoltre, Š indispensabile favorire l’ingresso delle donne e dei giovani in un mercato del lavoro ?stabile e con pieni diritti? e lottare contro ?la piaga del lavoro nero?, ridando centralit… al Mezzogiorno per il ?bene dell’intero paese? mettere ?fine ad ogni tipo di economia mafiosa riaffermando la legalit…?.ÿÿIn occasione dell’Assemblea Nazionale Straordinaria dei delegati e delegate in programma per sabato prossimo, la CGIL ha rilanciato le sue priorit… per favorire la crescita e contribuire a portare il paese fuori dalla crisi. ?Nove i temi sui quali intervenire per segnare un cambio di rotta?Una condizione del lavoro ?drammatica? che registra pi— di 8 milioni di persone cadute in un’area di sofferenza. Si tratta delle oltre 3 milioni di persone costrette a lavorare in nero, le 3,5 milioni tra disoccupati certificati e scoraggiati. Un numero che schizza a 4,5 milioni se si aggiungono i precari, anche questi riportati nelle statistiche ufficiali, e i lavoratori relegati in un part time involontario. Per arrivare, infine, alle 500 mila persone da oltre tre anni stabilmente in cassa integrazione. Sono questi i numeri ?allarmanti? che delineano un mondo del lavoro in ?estrema sofferenza? e che hanno indotto la CGIL a promuovere per sabato 3 dicembre l’Assemblea nazionale delle Delegate e dei Delegati, dietro le parole il ?lavoro, l’unica cura per il paese?, a Roma al Palalottomatica (Zona Eur) in Piazzale dello Sport a partire dalle ore 9.30.ÿ?Nove temi sui quali intervenire per segnare un cambio di rotta?.1. Politiche industriali contro la crisi – Circa 3,3 miliardi di ore di cassa integrazione da quando Š esplosa la crisi nell’autunno del 2008. Oltre 50 mila aziende coinvolte, 3,5 milioni toccati dalla cassa e 500 mila stabilmente in cig. Quasi 200 tavoli di crisi aperti su vertenze che investono oltre 220 mila lavoratori. Sono i numeri della crisi produttiva tamponata dal massiccio ricorso alla cassa in questi tre anni e che il precedente governo ha aggravato senza intervenire sui fattori di crisi strutturale e senza dare indicazioni di sviluppo. Mentre ha ridotto, quando non tagliato completamente, investimenti strategici sulla ricerca, sulle infrastrutture, sulle energie rinnovabili. Il settore delle energie rinnovabili Š stato lunico settore a crescere con oltre 120 mila occupati, nonostante la mancata attuazione del piano energetico nazionale. E’ decisivo cambiare strada per riaffermare la forza nella specificit… manifatturiera del nostro sistema economico, affrontare le debolezze strutturali e fattoriali, partire dallistituzione di un fondo per la crescita e linnovazione che possa favorire innanzitutto un Piano energetico nazionale e politiche di green economy. Servono infine politiche di innovazione e sviluppo locale, aumentare la spesa in ricerca e sviluppo, favorire politiche industriali per il Mezzogiorno.2. Ridurre le tipologie contrattuali – La crisi sta peggiorando la qualit… dei nuovi posti di lavoro. Circa 8 assunzioni su 10 sono precarie pescando tra le 46 diverse forme contrattuali esistenti. Una situazione insostenibile che moltiplica una precariet… devastante per la vita delle persone, scaricando i costi sociali sulla collettivit… e sull’intero paese, e che il passato governo ha perseguito a partire dal collegato lavoro per arrivare all’articolo 8 della manovra di ferragosto. Non serve quini pensare ad improbabili ulteriori riforme, magari aggiungendo nuove tipologie di lavoro. Serve ridurre significativamente le forme di impiego e restituire una gerarchia tra le forme di lavoro. La CGIL rilancia la centralit… del lavoro stabile, tutelato e formato come leva per il progresso e la coesione sociale, proponendo: che il lavoro a tempo indeterminato torni ad essere il ?normale? rapporto di lavoro; che sia incentivato fiscalmente e contributivamente; che ogni rapporto non a tempo indeterminato costi quindi di pi— di quello normale e sia giustificato per via legislativa eo contrattuale; che si incentivino le trasformazioni da lavoro precario a lavoro stabile che si cancellino le tante forme di lavoro oggi esistenti riconducendole a poche unit…; che l’apprendistato sia la via d’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, con formazione vera e certificata, pienezza di tutele e retribuzione progressivamente crescente.3. Riformare gli ammortizzatori sociali – In Italia oltre 1,6 milioni di persone non sono tutelate da ammortizzatori sociali: soprattutto giovani precari ma anche lavoratori senza i requisiti per l’indennit… di disoccupazione o che hanno terminato il periodo di tutela. Ora, dopo oltre tre anni di crisi, per molti lavoratori in cig si stanno esaurendo gli strumenti di sostegno. Serve una riforma organica degli ammortizzatori sociali che garantisca a tutti due forme di tutela: la cig in caso di difficolt… temporanea dell’impresa, con garanzia di rientro in azienda e ricorso a formazione mirata durante i periodi di non lavoro; l’indennit… di disoccupazione in caso di perdita di lavoro. Una riforma per assicurare a tutti una copertura reale pari all’80% del salario, fino ad un tetto massimale realistico di 1.800 euro, e copertura figurativa per tutto il periodo. La durata dei benefici sar… modulata garantendo per• a tutti, in modo eguale, tre anni di ricorso massimo alla cig ed almeno 24 mesi di tutela dopo il licenziamento, e abbattendo le barriere che oggi impediscono ai precari di accedervi. Va inoltre previsto anche un ?reddito di ultima istanza?, che protegga le persone quando gli ammortizzatori finiscono, che sia finanziato non dalla contribuzione ma dalla fiscalit… generale, ed abbia come fine il reinserimento nel mondo del lavoro.4. Qualit… e diritti nella Pubblica amministrazione – Politiche del lavoro che non penalizzino le nuove generazioni e favoriscano la qualit… e l’universalit… dei servizi servono anche nella Pubblica amministrazione. Le politiche del centro destra nei diversi settori della Pa e della conoscenza hanno determinato un’emergenza lavoro creando una impressionante sacca di precariato. I numeri sono eloquenti: a fronte di circa 61 mila lavoratori precari che hanno fruito delle leggi che ne permettevano la stabilizzazione, continuano ad esservi 122 mila persone con contratto non a tempo indeterminato e circa 117 mila contratti di collaborazione eo consulenza. A questi numeri si aggiungono quelli dei rapporti a tempo determinato nei settori della conoscenza: circa 200 mila lavoratori precari mentre non meno di 70 mila persone vincitrici di concorso non hanno ancor accesso nella Pa. Dal 2011 il taglio del 50% della spesa per lavoro precario sta determinando interruzioni anticipate o mancati rinnovi con le conseguenti ripercussioni sui lavoratori e sulla continuit… dei servizi pubblici. Un quadro drammatico che va superato nel segno dei diritti e delle regole: anche nell’emergenza finanziaria occorre riprendere ad investire in servizi qualificati alla persone e in innovazione di processo e di prodotto tornando ad allargare i confini dell’intervento pubblico.5. Giovani non pi— precari – Il concetto Š molto semplice: la precariet… non paga. La presenza di alcuni milioni di precari e 2 milioni di giovani che non trovano lavoro costituisce una vera e propria emergenza sociale che la crisi economica ha ulteriormente aggravato. Innanzitutto occorre liberare le nuove generazioni dal ricatto di chi le costringe ad essere disposte a tutto pur di lavorare, anche a condizioni indecenti: ci• significa contrastare la disoccupazione giovanile e il lavoro sommerso creando un sistema di tutele e servizi per i giovani in cerca di prima occupazione. Non servono anni di schiavit— per conquistare un posto di lavoro: ai giovani che accedono al primo impiego serve un contratto vero, con pieni diritti e tutele. Se questo ha una finalit… formativa deve avere una durata prestabilita di massimo 3 anni e tempi certi di stabilizzazione. Bisogna mettere fine alla giungla di contratti truffa: ad un lavoro stabile deve corrispondere un contratto stabile. Infine a parit… di lavoro devono corrispondere pari condizioni: i diritti fondamentali devono essere estesi a tutti e difesi dagli effetti dellarticolo 8 dell’ultima manovra economica che invece consente deroghe a seconda del posto di lavoro e della condizione in cui ci si trova.6. Donne al lavoro – La finestra dellItalia femminile che lavora Š desolante. Se confrontati al resto dei Paesi europei i dati sulla partecipazione delle donne al mondo del lavoro in Italia sono allarmanti: nel 2010 il tasso di occupazione al femminile si Š arrestato al 46,1%, pari al 12% in meno rispetto alla media europea. Sono 800 mila le donne licenziate, o costrette a lasciare il lavoro, a causa della maternit…, ovvero l8,7% delle donne lavoratrici con almeno un figlio. Il divario con gli stipendi maschili poi Š ancora notevole. La retribuzione netta mensile delle lavoratrici dipendenti Š di 1.077 euro contro i 1.377 degli uomini, circa il 18% in meno. Quasi una donna su due in Italia non Š occupata n‚ disoccupata, ovvero non lavora, ma non Š neanche in cerca di un posto :il tasso di inattivit… femminile Š pari al 48,9%, mentre quello maschile si attesta a 26,9%. Emerge con chiarezza quindi che le donne stanno pagando la crisi pi— e peggio degli uomini. Serve lavoro, che sia buono e che superi discriminazioni, differenziali, segregazioni e separazioni, a partire da un piano straordinario per l’occupazione femminile, con una particolare attenzione nei confronti delle giovani donne; dal ripristino della legge sulle dimissioni in bianco; da investimenti seri sui servizi sociali.7. Battere il lavoro nero – In Italia il 17% della ricchezza prodotta evade il fisco. Si tratta di centinaia di miliardi l’anno e di pi— di 3 milioni di lavoratori costretti ad avere salari spesso da fame e condizioni di lavoro terribili. Il problema non va sottovalutato e di certo l’ampiezza del sommerso non va intesa come semplice ricchezza non dichiarata, magari fisiologica o addirittura come ammortizzatore sociale. Occorre rovesciare l’impostazione fin qui seguita: potenziare i controlli e la sicurezza progressivamente ridotti. Cos come va sancita l’obbligatoriet… della regola e della coesione sociale. Una mobilitazione contro il lavoro sommerso deve muoversi dunque secondo direttrici precise che si possono sintetizzare in tre grandi filoni. Serve reprimere in maniera mirata. E’ necessario fare della Pubblica amministrazione un garante di legalit…. Infine c’Š bisogno di dare sostegno alle regolarizzazioni: reprimere Š decisivo ma non basta, serve anche una prospettiva di emersione attraverso piani territoriali che sostengano le imprese che volessero rientrare nella legalit…. Il tutto nella consapevolezza che il lavoro nero, grigio e sommerso, si pu• combattere e battere. C’Š bisogno di una vera volont… politica per riaffermare la legalit…, recuperare risorse ed estendere i diritti.8. Il lavoro Š il Sud – Il Mezzogiorno paga un prezzo altissimo nella crisi. Le passate manovre economiche hanno peggiorato progressivamente una situazione gi… grave. Ogni manovra ha fatto pagare al Mezzogiorno un pesante prezzo perch‚ si Š fatto cassa con le risorse previste per i Fondi per le aree sottoutilizzate dirottandole per altre voci o piegandole ad esigenze di clientele elettorali (vedi fondi per l’emergenza rifiuti a Catania) cos da mettere in forse – per i meccanismi di spesa europei – anche le risorse che le Regioni sarebbero state chiamate ad erogare. La stessa minestra, chiamata ‘Piano per il Sud’ o ‘Piano Eurosud’, Š stata scaldata pi— volte e le cifre in esso previste si sono rivelate giochi di prestigio. Per questo il lavoro Š il perno di ogni scelta per il riscatto del Mezzogiorno e la rinascita del Paese. L’Italia non uscir… dalla crisi pi— grave del dopoguerra se non rimette il Mezzogiorno al centro di un progetto di sviluppo sostenibile che modifichi in profondit… il mix produttivo e la struttura dei consumi e offra alle nuove generazioni una prospettiva di lavoro stabile, qualificato, non povero e precarizzato. Quindi: utilizzare rapidamente e con efficacia le risorse disponibili per lo sviluppo del Sud; riattivare gli investimenti In materia di sviluppo promuovendo una politica industriale innovativa centrata sulla green economy.9. Mafie Spa: quanto ci costa l’economia criminale – La Corte dei conti ha comunicato che il costo della corruzione in Italia Š stimabile in 60 miliardi di euro e che nel 2010 il fenomeno Š aumentato del 30% rispetto al 2009. Non solo: secondo la Commissione parlamentare antimafia il fatturato delle Mafie italiane Š stimabile in 150 miliardi di euro con 70 miliardi di utili al netto degli investimenti. Circa 180 mila posti di lavoro all’anno persi nel Mezzogiorno d’Italia a causa di questa attivit… criminale mentre 500mila commercianti sono oggetto della malavita organizzata, per un giro di affari criminale stimato in 98 miliardi di euro, di cui 37 per mano mafiosa. La Guardia di finanza afferma che nel nostro paese i redditi evasi ammontano a 270 miliardi di euro e che il mancato gettito sia di 120 miliardi di euro, di cui 60 miliardi di Iva evasa. Sommati questi dati emerge che ogni anno l’illegalit… (mafie, corruzione, evasione fiscale, economia sommersa) sottrae agli italiani e alle imprese oneste 330 miliardi di euro. Numeri eloquenti: siamo di fronte a nodi strutturali che non sono pi— rinviabili. Il problema non Š solo affrontare il contingente e far tornare rapidamente i conti. La vera questione Š che quei nodi rappresentano un intralcio, un vero e proprio cappio al collo e che la legalit… Š una risorsa culturale ed economica per lo sviluppo del Paese.ÿ

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