Crisi metalmeccanica toscana, a Firenze incontro tra Giani e Fim-Fiom-Uilm: impegni chiesti e presi

Crisi metalmeccanica toscana, a Firenze incontro tra il presidente Giani, Valerio Fabiani e Fim-Fiom-Uilm. I sindacati: “Senza risposte, si rischia la desertificazione industriale e la perdita di migliaia di posti di lavoro”. Chiesti impegni alla Regione su investimenti e pressing sul Governo. Il 18 ottobre sciopero nell’automotive

Siderurgia, automotive, accessori moda, camperistica, elettrodomestica. Senza dimenticare la componentistica auto (quasi sparita, passando da Delphi, Eaton, Gkn) e la nautica, che come comparto è in salute ma agli operai, per via del boom del lavoro in appalto, finisce in tasca ben poco. La metalmeccanica ha sempre trainato l’industria toscana, oggi conta circa 50mila addetti ma da tempo nei suoi settori è attraversata da venti di crisi. E se non vengono date risposte immediate si rischia la desertificazione industriale della regione e la perdita di migliaia di posti di lavoro. Oggi la Toscana è la terza regione industriale, deve rimanerlo o perlomeno se possibile migliorare la posizione, non certo peggiorarla. Partendo da questi assunti di Fim-Fiom-Uilm regionali si è svolto oggi presso Palazzo Sacrati Strozzi a Firenze l’incontro tra il presidente della Regione Eugenio Giani, Valerio Fabiani e le organizzazioni sindacali, incontro chiesto nei giorni scorsi e ottenuto dalle stesse.

Durante il summit si è discusso dei vari settori della metalmeccanica toscana e delle vertenze in campo. Fim-Fiom-Uilm regionali hanno espresso la loro grande preoccupazione e hanno chiesto impegni precisi al presidente Giani: valutare la possibilità di strumenti di integrazione al reddito per i lavoratori da tempo in Cassa integrazione; aprire un tavolo permanente per discutere di quale modello di sviluppo industriale dotare la Toscana dei prossimi anni, valorizzando le esperienze positive che pur non mancano; investire sulla transizione ecologica, anche con le risorse Pnrr, favorendo la nascita di nuove brevettazioni che poi abbiano ricadute occupazionali sulla Toscana; imporre che ogni euro investito dal pubblico per sostenere questi settori sia vincolato alla presenza sul territorio toscani e al fatto che le aziende raddoppino la cifra stanziata.

Un focus particolare è stato fatto sul polo siderurgico piombinese, uno dei maggiori in Italia. Oltre 2mila lavoratori che operano in cassa integrazione o in contratti di solidarietà. Per i sindacati è fondamentale che la Regione incalzi il Governo affinché le aree che dovranno essere suddivise tra Jsw e Metainvest tornino al Demanio, visto che le concessioni sono scadute, inchiodando così le aziende alle loro responsabilità. Non procrastinabili anche interventi per affrontare il tema dei costi dell’energia per le aziende del territorio. Fim-Fiom-Uilm regionali, che hanno apprezzato la presa di posizione di Giani contro le parole di Antonio Gozzi – presidente di Federacciai, che ha messo in contrapposizione in modo inaccettabile gli impianti e i lavoratori di Piombino con quelli di altri stabilimenti – hanno chiesto al Presidente Giani di proseguire l’impegno della Regione Toscana e di attivarsi per la convocazione a breve termine, entro quindici giorni, di un tavolo alla Presidenza del Consiglio o al MiMit, che sta gestendo la lunga trattativa tra Jsw e Metinvest.

I sindacati hanno poi ricordato che il settore dell’auto italiano (Stellantis ma non solo) si fermerà il prossimo 18 ottobre in occasione di uno sciopero di otto ore proclamato da Fim, Fiom e Uilm. La manifestazione si svolgerà a Roma in piazza del Popolo, per richiamare l’attenzione sul futuro dell’industria automobilistica. Fim-Fiom-Uilm Toscana hanno chiesto a Giani di inviare a Roma nell’occasione il Gonfalone della Regione. Il settore automotive in Italia e in Europa si trova in una situazione critica senza precedenti. La mancanza di un’inversione di tendenza rischia di compromettere gravemente la prospettiva industriale e occupazionale di un settore che rappresenta l’11% del PIL italiano. Le difficoltà provenienti dalla Germania e dal Belgio, con l’influenza del gruppo VolksWagen, e le azioni strategiche di Stati Uniti e Cina, possono provocare effetti dirompenti nel panorama europeo. Per questi tra Europa e Italia serve un piano strategico per tutelare il settore, accompagnarlo nel futuro e difendere chi ci lavora

LA NOTA DELLA REGIONE

Contro la crisi della metalmeccanica la Regione non farà venire meno il proprio impegno. Costruttivo incontro tra il presidente Giani e le segreterie regionali di Fiom, Fim e Uilm, che riconoscono il ruolo svolto finora dall’ente regionale. Gonfalone della Toscana il 18 ottobre a Roma

Per contrastare la crisi della metalmeccanica toscana, la Regione non mancherà di fare la sua parte; e quello di stasera, tra il presidente della Regione Eugenio Giani e il suo consigliere per le politiche sul lavoro Valerio Fabiani da un lato del tavolo e le segreterie regionali di Fiom, Fim e Uilm dall’altro, è stato “sicuramente un incontro positivo e costruttivo – sottolinea il presidente -, un incontro dove non solo sono state condivise molte riflessioni ma anche le strategie da mettere in campo”.  “Un incontro – prosegue – nel segno della concretezza e della chiarezza”.

Erano stati i sindacati a chiedere la riunione e tanti sono stati i temi trattati: dalla situazione in cui versa il settore dell’automotive, dove va governata la fase di transizione dai motori termici all’elettrico e l’idrogeno, alla  crisi del settore moda che si riversa sulle aziende che producono macchinari e accessori, dalla componentistica auto alla camperistica se la produzione degli chassis fosse portata fuori Italia, dall’elettrodomestica alla siderurgia e dunque Piombino.  Un quadro a tutto tondo, consapevoli tutti del peso che la metalmeccanica ha in Toscana, terza in Italia tra le Regioni con cinquantamila addetti, con aggiornamenti da parte della Regione alle segreterie toscane delle organizzazioni sindacali sui casi seguiti.

Al presidente GIani i sindacati hanno chiesto interventi urgenti per evitare il rischio di una  desertificazione industriale.  “Purtroppo – sottolinea il presidente  – mancano da tempo in Italia politiche industriali nazionali e spesso la Regione si trova a svolgere una funzione di supplenza. Sulla crisi e le vertenze che si sono aperte non abbiamo mai fatto venire meno la nostro supplenza e ci saremo anche per prevenire nuove crisi e rilanciare i singoli comparti”. Un ruolo, attivo e fattivo, riconosciuto anche dalle organizzazioni regionali.

Quanto al focus particolare fatto sul polo siderurgico di Piombino, uno dei maggiori in Italia, con oltre duemila lavoratori in cassa integrazione o con contratti di solidarietà, il presidente Giani, già intervenuto sul tema nelle scorse settimane, ribadisce che “questo è il momento di chiudere la lunga trattativa tra Jsw e Metinvest e dare una scossa, ciascuno con il proprio peso, per arrivare ad un accordo. Mi attiverò con il Ministero”.  “Il rigassificatore accolto nel porto della città – aggiunge – ha ridato centralità a Piombino nel dibattito nazionale e va sfruttata l’occasione”.

Intanto il gonfalone della Regione sarà in piazza del popolo a Roma il prossimo 18 ottobre, in occasione della manifestazione e delle sciopero di otto ore del settore dell’auto italiano proclamato da Fim, Fiom e Uilm. Il presidente Giani ha infatti accolto l’invito fatto dai sindacati. L’automotive pesa sul Pil italiano per l’11 per cento, con una presenza storicamente importante anche in Toscana.

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