“A 46 anni dall’approvazione della legge 194, il cui obiettivo era garantire l’accesso all’aborto sicuro e libero, assistiamo a una violenta aggressione al diritto all’autodeterminazione delle donne, in un contesto più generalizzato di attacco ai diritti civili, ai diritti al lavoro, di informazione, di protesta. La Cgil si batte e continuerà a battersi per contrastare questo clima oscurantista e conservatore che trova sponda nella maggioranza di Governo”. È quanto dichiarano la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione ed Esmeralda Rizzi, ufficio Politiche di genere della Cgil nazionale.
Le dirigenti sindacali ricordano infatti che “nelle scorse settimane la Cgil ha indetto un sit in di protesta davanti al Senato in occasione della votazione del decreto PNRR in cui il partito della premier ha inserito una norma che nulla ha a che fare con tematiche economiche ma che, consentendo l’ingresso alle associazioni antiabortiste nei consultori, punta a colpevolizzare le donne e a limitarne l’autodeterminazione”. La Confederazione “partecipa all’iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni che chiede il giusto accesso all’IVG farmacologica senza ricovero, e alla raccolta firme ‘My voice, My choice’ promossa da un gruppo di associazioni di tutta Europa per chiedere all’Ue di istituire un meccanismo che garantisca l’accesso libero e sicuro alle interruzioni volontarie di gravidanza per chi vive nei paesi dell’Unione”.
Ghiglione e Rizzi aggiungono che “la Cgil promuove sull’intero territorio nazionale indagini per monitorare il livello garantito dei servizi legati alla legge 194”, e per quanto riguarda le sedi e le strutture territoriali, “monitora e contrasta i tentativi di limitare la libertà delle donne anche attraverso iniziative giudiziarie, come in Lombardia, dove ha promosso un ricorso avverso la Regione che di fatto ha affidato i servizi dei consultori pubblici al privato cattolico, limitando così il diritto delle donne a rivolgersi a strutture laiche e rispettose della volontà individuale. Come a Torino, dove con analoga iniziativa giudiziaria, è intervenuta avverso la creazione di uno spazio per le associazioni antiabortiste nell’ospedale Sant’Anna; o a Messina, dove si è attivata per l’interruzione di una convenzione che consentiva all’interno dell’unica struttura ove si pratica l’IVG la presenza di un’associazione antiabortista”.
“Dal primo governo guidato da una donna continuano a levarsi attacchi alla libera scelta delle donne di essere o meno madri”, sostengono Ghiglione e Rizzi. “È ormai chiaro a tutti che l’intangibilità della legge 194 sia solo un ritornello, i fatti vanno in direzione opposta. Il Governo ci vuole relegate al solo ruolo riproduttivo e lo dimostra con le misure che adotta, come gli sgravi per le sole lavoratrici madri di tre figli. Noi invece vogliamo che tutte le donne possano pienamente partecipare alla vita economica e sociale del Paese e decidere liberamente chi essere e come essere. La Cgil – concludono – celebra i 46 anni dall’approvazione della legge 194 confermando il proprio impegno dalla parte dei diritti delle donne e delle lavoratrici, da sola e insieme alle altre organizzazioni e associazioni che condividono questo obiettivo di giustizia sociale”.
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