Arezzo: viabilità provinciale in crisi, stato di agitazione del personale. Le difficoltà interessano tutti i settori della Provincia a causa del mancato turn over. Il 24 maggio presidio in piazza della Libertà
“Prima un caposquadra doveva controllare 250 chilometri di strada e aveva una squadra in grado di intervenire in sicurezza per eliminare il problema. Adesso i chilometri da verificare sono saliti a 400 e il numero dei componenti della squadra è sceso fino a minacciare il livello di sicurezza nel lavoro. E’ evidente che la viabilità provinciale è ormai in crisi. Nel 2002 i cantonieri erano 90 e oggi sono 30”.
Altri numeri aiutano a comprendere meglio come la situazione sia cambiata tra il 2002 e oggi. Tecnici responsabili di reparto: da 5 a 4. Vice responsabili: da 5 a zero. Capo cantonieri di zona: da 10 a 8. I vice: da 10 a zero.
Una situazione analoga si registra negli altri servizi, con pesanti disagi che si possono verificare in settori chiave come la scuola, dove la Provincia è titolare delle strutture scolastiche e palestre delle superiori. Il definanziamento delle Province sta pesando sull’organizzazione e sui finanziamenti che avranno come conseguenza la difficoltà a mantenere la manutenzione delle strade e degli edifici adeguati in materia di sicurezza.
Gianmaria Acciai, segretario provinciale della Fp Cgil, annuncia lo stato di agitazione dei dipendenti dell’Amministrazione provinciale di Arezzo. “Per rimanere in tema, possiamo dire che la situazione della strade è solo la “buca” più grossa. In realtà la carenza di personale sta diventando drammatica in tutto l’Ente per due motivi essenziali. Il primo è che i parametri da rispettare per le nuove assunzioni, stanno compromettendo il turn over. Non c’è un meccanismo di rimpiazzo degli addetti che vanno in pensione. E la Provincia di Arezzo – secondo motivo dei problemi che stiamo registrando – appare immobile di fronte ad un quadro generale che degrada mettendo in difficoltà il personale e creando progressivi problemi ai cittadini”.
Da qui il presidio, deciso unitariamente dalle federazioni del pubblico impiego di Cgil, Cisl, Uil e Csa per la mattina di venerdì 24 maggio.