Landini ricorda strage Ribolla, “oggi c’è ancora molto da fare per la sicurezza sul lavoro’. ‘Come allora c’è la logica del profitto alla radice delle morti sul lavoro”
“Il problema di tutti e che ancora non è stato risolto è il dramma” delle morti sul lavoro, “che esiste ancora e sconvolge la vita delle persone. Perciò è importante non disperdere la memoria. La prima riflessione rispetto alla tragedia sul lavoro avvenuta a Ribolla nel 1954 è che i dati ci dicono che oggi c’è ancora molto da fare e non dobbiamo abbassare la guardia”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, in occasione dell’anniversario della strage di minatori nella miniera di Ribolla, nel Comune di Roccastrada (Grosseto), dove il 4 maggio 1954 in 43 persero la vita per le esplosioni di gas grisou all’interno delle gallerie. “Nel 2023 ci sono stati 1043 morti sul lavoro, e questo continua tutti i giorni, anche l’1 maggio – ha aggiunto -. Nel 2023 ci sono stati 580mila infortuni sul lavoro, e molti di questi gravi. E stanno aumentando le malattie professionali. Mi pare che c’è un tema che non è ancora cambiato. Se guardiamo alle origini dei morti sul lavoro dal 1954 non è cambiato”, perché “le morti sul lavoro sono figlie di un modello di fare impresa, di organizzazione del lavoro, che non mette al centro la salute e la sicurezza della persona”. Landini ha poi ricordato la figura di Giuseppe Di Vittorio, fondatore della Cgil, che partecipò ai funerali dei minatori. “L’incidente di Ribolla non avvenne senza sapere che nessuno dicesse che poteva succedere – ha aggiunto -. C’era un delegato sindacale che denunciò che ci potesse essere un incidente e fu licenziato per questo. Allora, l’indagine e le carte che la Cgil portò al processo non furono prese in considerazione, carte che indicavano le ragioni che portarono a quella tragedia, indicando il fatto che c’era un modo di estrarre il carbone finalizzato al profitto e non alla tutela del lavoratore. Se ci pensiamo purtroppo, è una logica con cui dopo tanti anni siamo ancora chiamati a fare i conti”.
Landini, referendum contro leggi balorde che peggiorato diritti. ‘Aperto strada a precarietà e un subappalto senza precedenti’
“La nostra scelta di raccogliere le firme per il referendum è per il fatto che negli ultimi 20 anni in questo paese sono state fatte leggi balorde che hanno peggiorato i diritti e aperto la strada a una precarietà e ad un subappalto che non hanno precedenti. Infatti nei referendum affrontiamo la questione degli appalti, dicendo che la responsabilità sulla salute e la sicurezza deve rimanere in capo all’azienda che decide di appaltare, e non come adesso che quando ci sono i morti non si capisce mai di chi è la responsabilità perché la si scarica lungo la filiera degli appalti, giocati per ridurre i diritti”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, a margine dell’anniversario della strage di minatori nella miniera di Ribolla, nel Comune di Roccastrada (Grosseto), dove il 4 maggio 1954 in 43 persero la vita per le esplosioni di gas grisou che si verificarono all’interno delle gallerie. “Dall’altra parte diciamo basta precarietà – ha aggiunto Landini -, perché l’Inail dice che la maggioranza degli infortuni sul lavoro, che sono oltre 590mila ogni anno, e delle morti sul lavoro avviene lungo la filiera degli appalti e riguardano lavoratori precari. Quindi bisogna cancellare la precarietà e riaffermare che i lavoratori devono avere tutti gli stessi diritti e tutele. Noi in Parlamento non ci siamo, e il Parlamento e il governo non stanno migliorando queste leggi”, da qui i referendum e “crediamo che per i cittadini sia importante una qualità legislativa con al centro la persona e non il profitto”. (ANSA).