“Un Primo Maggio di festa e di lotta”, l’intervento di Rossano Rossi su Il Tirreno

Primo Maggio, ecco l’intervento di Rossano Rossi, segretario generale Cgil Toscana, pubblicato oggi, Festa del lavoro, su Il Tirreno

Il Primo Maggio di quest’anno è dedicato al tema di un’Europa dei valori, valori di pace, lavoro e giustizia sociale. Serve una Europa che abbia un ruolo più attivo su vari fronti, dall’economia alla pace. Sarà come sempre un Primo Maggio di festa, con le tradizionali e bellissime manifestazioni in tutti i territori della Toscana. Ma sarà anche un Primo Maggio di lotta, perché sul lavoro, sulla sicurezza sul lavoro e sull’equità sociale – a partire da un fisco più giusto e dalla difesa della sanità pubblica – c’è ancora tanto da fare e da conquistare.
Oggi purtroppo il mondo del lavoro è caratterizzato da bassi salari e precarietà, in un contesto a sua volta contraddistinto da un aumento esponenziale della povertà. I redditi del lavoro dipendente e le pensioni non recuperano neppure il potere d’acquisto perso a causa delle dinamiche inflattive, che pesano sui consumi. Il combinato disposto di questi fattori fa sì che ormai si è poveri lavorando e che pur di lavorare si accetta il lavoro “pur che sia”. Siamo di fronte quindi a un modello di lavoro ben lontano da quello previsto dalla Costituzione, un modello di lavoro che diventa terreno fertile per gli infortuni anche gravissimi. E anche la Toscana, soprattutto la Toscana, ha pagato e sta pagando un tributo salato quanto a morti e feriti sul lavoro. Tutto il Paese, gli imprenditori, le forze politiche, le istituzioni devono prenderne atto, siamo di fronte a un modello di fare impresa e di lavorare che va cambiato, un modello che ha messo al centro non il profitto ma il massimo profitto a scapito della condizione di lavoro e della vita delle persone.
Come Cgil siamo impegnati nella difesa della qualità e del ruolo del lavoro: siamo in campo con una campagna referendaria, contro la precarietà e contro la frammentazione dei luoghi di lavoro (è possibile firmare per i quesiti, che sono 4, nelle nostre sedi fisiche e nei nostri siti). In questa sfida siamo determinati ad affermare che il lavoro deve essere tutelato perché è un diritto costituzionale. Deve essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà. Un nuovo modello di lavoro, stabile e di qualità, è il presupposto per un nuovo modello di sviluppo socialmente e ambientalmente sostenibile. Invece, purtroppo, dal Governo sono arrivati provvedimenti che vanno in direzioni opposte, non a caso da tempo siamo in mobilitazione e continueremo.
C’è infine un tema che mi preme molto in questo Primo Maggio; quello della pace, questione sempre più necessaria e urgente. Dopo due anni di guerra in Ucraina, le ostilità si sono allargate fino al Medio Oriente. Dobbiamo mobilitarci per dire che c’è bisogno vitale di pace, la diplomazia e la politica – Europa in primis – devono tornare a svolgere il proprio ruolo. Un tratto caratteristico del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici, fin dal suo sorgere, è il ripudio della guerra perché in guerra ci vanno i figli dei meno abbienti e la classe lavoratrice è la più colpita. Senza pace non c’è la possibilità di dare un futuro al mondo, al Paese, alle persone.

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