“Diamo un futuro al Paese”. Referendum, la Cgil deposita in Cassazione quattro quesiti: tutela contro i licenziamenti illegittimi, superamento della precarietà, sicurezza nel lavoro in appalto. Obiettivo 500mila firme. Landini: “La precarietà va contrastata”
“Pronti a raccogliere 500mila firme entro l’estate. Sarà un lavoro impegnativo, andremo in tutti i luoghi di lavoro in tutte le piazze. Aspettiamo formalmente l’uscita in Gazzetta Ufficiale dei quesiti depositati e poi, nei prossimi giorni, lanceremo questa campagna aperta a tutti i cittadini”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini uscendo dalla Corte di Cassazione dove, con una delegazione della Cgil, ha depositato i quattro quesiti referendari.
“Il messaggio che vogliamo lanciare – sottolinea il leader di Corso Italia – è che il lavoro, le persone e le loro vite devono tornare ad essere un bene pubblico. Per questo vogliamo lanciare una campagna, per dare un futuro al nostro Paese”.
Nello specifico: uno riguarda la sicurezza negli appalti che chiede in modo esplicito che ci sia la responsabilità del committente di tutto quello che avviene sul versante della salute e della sicurezza dei lavoratori. Un secondo quesito contro la liberalizzazione dei contratti a termine, per noi devono tornare ad essere legati alle causali. Poi altri due quesiti riguardano il contrasto ai licenziamenti illegittimi e quindi vuol dire cancellare il Jobs Act e fare in modo che tutte le persone abbiano la tutela contro i licenziamenti illegittimi con il reintegro nel posto di lavoro.
“Proponiamo – ha concluso Landini – una legislazione del lavoro che contrasti la precarietà, bisogna intervenire sulle forme di lavoro assurde messe in campo in questi anni. Ci vuole una legge sulla rappresentanza. La data per l’avvio delle firme la definiremo nei prossimi giorni. Intendiamo entro l’estate raccogliere le firme e metterci nelle condizioni di votare la prossima primavera”.