Ieri a Pisa la protesta dei bibliotecari d’Ateneo, al loro fianco la Filcams

Un grande striscione rosso appeso in Piazza Dante con una domanda “E la nostra supremae dignitatis?”. Ieri i bibliotecari dei servizi integrativi del sistema bibliotecario d’Ateneo sono stati in sciopero ed hanno tenuto un’assemblea pubblica in Piazza Dante per spiegare cosa sta succedendo. Hanno partecipato in tanti: bibliotecari esternalizzati, bibliotecari interni e studenti. Ciascuno ci tiene a portare il proprio contributo.

E’ intervenuto Dario Gugliotta, delegato Filcams CGIL Pisa: “In questi giorni è uscito il concorso per bibliotecari in Università, non è un’internalizzazione del nostro servizio, bensì una selezione pubblica destinata a un’altra mansione, ricoperta da icolleghi interni da anni in carenza di personale. In biblioteca i servizi esternalizzati si occupano principalmente di front office e back office. La qualità e la quantità di questi servizi stanno per subire un taglio del 45%, che interviene direttamente sul reddito e sull’occupazione dei lavoratori.

Ha spiegato Luca Dieci, delegato Filcams CGIL Pisa: “Durante il periodo da luglio 2020 a ottobre 2021, la Biblioteca Giuridica è stata soggetta a un trasloco nella prestigiosa sede della Sapienza, con un impegno totale da parte del personale esternalizzato. Questo trasloco è stato gestito con la massima cura e precisione, garantendo l’apertura della Biblioteca giuridica in tempi record (era una delle richieste quella di assolvere il compito in tempo per la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella). La transizione è stata un successo grazie alla dedizione del personale, che ha lavorato instancabilmente al fianco dei colleghi dipendenti Unipi che a più riprese hanno sottolineato come il nostro contributo fosse stato fondamentale per la riapertura della biblioteca” , e spiega che “il nostro lavoro di gestione del materiale librario, selezionando cosa tenere o cosa scartare, consente al Sistema Bibliotecario di gestire gli spazi a propria disposizione”.
“Noi chiediamo la salvaguardia occupazionale e reddituale di tutti i lavoratori dell’appalto, per questo oggi è stato proclamato lo sciopero”, ha concluso Francesca Grassini della Filcams CGIL di Pisa, “non possiamo accettare questa scelta dell’Università di Pisa di ridurre drasticamente i servizi esternalizzati di biblioteca”.

Alcuni studenti di Sinistra per … hanno partecipato illustrando la propria posizione “come comunità studentesca siamo al fianco dei lavoratori esternalizzati delle biblioteche, si tratta di persone che ormai da anni svolgono un servizio necessario. Vogliamo che sia rimessa in discussione la scelta del Consiglio d’Amministrazione: le biblioteche sono un servizio fondamentale per la comunità accademica tutta e non possiamo accettare di vederne ridotte le funzioni. Tanto meno possiamo accettare che il suo mantenimento determini condizioni inique per chi ci lavora. La situazione del Sistema Bibliotecario è peggiorata costantemente nel corso degli anni: la diminuzione delle risorse destinate all’acquisto di banche dati, riviste e libri ne sono una delle tante testimonianze. Tutto questo è dovuto a politiche di bilancio che da anni impongono dei tagli. Il servizio di apertura è ad oggi al minimo storico: anni fa le biblioteche erano aperte ben oltre le 20.00. Vogliamo non soltanto il mantenimento di questo standard, ma raggiungere un livello in cui sia possibile consultare il prezioso patrimonio librario del nostro ateneo fino a mezzanotte, come da anni chiediamo a gran voce. Vogliamo tornare a vedere le biblioteche aperte nei fine settimana! Lottiamo allora fianco a fianco della componente lavoratrice! Solidarietà a chi rischia di perdere il lavoro o di vederselo retribuito una miseria!”.

Hanno assistito all’assemblea anche gli studenti di Exploit e Agt, collettivi studenteschi, “Riteniamo fondamentale stare al fianco dei lavoratori esternalizzati delle biblioteche in quanto queste rappresentano dei luoghi non solo di cultura e ricerca, ma anche e soprattutto di comunità e aggregazione. Come studenti e studentesse pensiamo che l’università pubblica sia un bene comune che non si possa piegare alle dinamiche del profitto e del mercato. Troviamo problematica la pratica delle esternalizzazioni, perché peggiora le condizioni di lavoro e, al tempo stesso, porta ad una riduzione sia della qualità che della quantità di tutti quei servizi che sono indispensabili per la nostra formazione.
Oltretutto come giovani e studenti, dunque futuri e potenziali lavoratori, rifiutiamo un mondo del lavoro in cui precarietà, ricattabilità e bassi salari siano la norma.
Non accettiamo che l’UniPi si regga su esternalizzazioni e finanziamenti di aziende private – tra cui aziende che producono armi – e pretendiamo che Regione ed il Governo finanzino pubblicamente e con lucidità settori vitali come Scuola, Università e Sanità.
Un primo passo da fare insieme sarà quello di continuare a chiedere al Rettore che questi tagli alle biblioteche non vengano attuati e che, al contrario, il servizio bibliotecario sia maggiormente finanziato dall’intervento pubblico”.

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