Cgil e ospedale San Donato: no a finanziamenti privati e si al potenziamento della sanità pubblica. Confederazione, Fp e Spi chiedono finanziamento pubblici per strutture, servizi, innovazione tecnologica e personale
No al progetto di finanziamento pubblico/privato per la ristrutturazione dell’ospedale San Donato di Arezzo. Quella della Cgil è un’opposizione “corale” e viene dalla confederazione, dalla funzione pubblica e dal sindacato pensionati. Al no si accompagna il pieno sostegno alla difesa e al potenziamento della sanità pubblica in Toscana.
La principale preoccupazione della Cgil riguarda il potenziale impatto che l’intervento di un soggetto privato potrebbe avere sugli appalti dei servizi sanitari, già colpiti da significativi ridimensionamenti e tagli. L’esperienza dimostra che l’interesse del privato potrebbe dare priorità al profitto a discapito della qualità e dell’equità dei servizi offerti ai cittadini.
Giancarlo Gambineri, segretario provinciale Spi, ribadisce la priorità del sindacato: “siamo costantemente impegnati per una sanità pubblica accessibile e di qualità per tutti i cittadini. La nostra convinzione è che la sanità debba essere un diritto garantito a tutti, non un privilegio per pochi”.
Una priorità sottolineata da Giulia Da Mario, della Segreteria provinciale Cgil: “questa è una posizione che abbiamo ribadito a Firenze la scorsa settimana ma che avevamo già espresso nel novembre 2023 in seguito alle dichiarazioni, al Forum Risk Management, della vice sindaca Lucia confermando la nostra forte preoccupazione alla luce delle esperienze negative maturate sia in Toscana che in altre regioni, su cui si sono pronunciate sia la Corte dei Conti che l’ANAC”.
La Fp Cgil, con il segretario Gian Maria Acciai, entra nel merito dei servizi sanitari: “l’Asl Tse è coinvolta da tempo in processi di esternalizzazioni, accentuatisi con la pandemia, con interi reparti affittati ai privati. La sensazione è che i tanto sbandierati investimenti del PNRR vadano ad alimentare un mercato immobiliare di affitti esterni alla proprietà pubblica, come dimostrano gli uffici amministrativi e la prevenzione, riducendo le risorse destinate al potenziamento del San Donato con conseguenti richieste di aiuto ai privati che riceverebbero così un doppio regalo”.
Un’altra dirigente della Fp, Gabriella Petteruti, conferma le preoccupazioni della Cgil: “la carenza di risorse sta costringendo le Regioni al dimagrimento di molte voci di bilancio che grava soprattutto sul personale. Non si può non cogliere l’incongruenza di una politica sanitaria che da una parte taglia e dall’altra investe ingenti risorse per affittare immobili, mentre non riesce a recuperare le risorse necessarie al completamento del principale ospedale della Asl Tse. La questione della privatizzazione non può essere risolta con la sola argomentazione della carenza di denaro pubblico o con la presunta maggiore efficienza del datore di lavoro privato. Come organizzazione sindacale riteniamo che questo tema debba essere presente e visibile nel dibattito pubblico, se si vuol preservare il nostro ordine democratico e i dettami costituzionali”.
Alessandro Tracchi, segretario confederale provinciale, evidenzia la proposta della Cgil: “invece di cercare risorse private per la ristrutturazione, dovremmo concentrarci sui finanziamenti pubblici per la sanità, assumendo personale e investendo in tecnologie attraverso il PNRR, aumentando il rapporto tra spesa sanitaria e PIL al 7,5%, come nella media europea. Riteniamo che l’ospedale San Donato debba essere preservato e potenziato come parte integrante del sistema sanitario pubblico della regione Toscana. È fondamentale che le istituzioni locali e regionali ascoltino le voci dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali e coinvolgano attivamente tutti gli attori interessati nella ricerca di soluzioni sostenibili per il futuro della sanità nella regione”.