Rassegna “Una lotta senza tempo”, domani alle Murate a Firenze c’è Lidia Ravera

Rassegna Cgil “Una lotta senza tempo”, domani giovedì 7 marzo a Firenze alle Murate nel pomeriggio seminario su donne e lavoro e conversazione con Lidia Ravera sul tema dell’ageismo

Rassegna Cgil “Una lotta senza tempo” (celebrazioni dei 70 anni dalla prima conferenza sulla donna lavoratrice che si svolse a Firenze, programma completo su www.unalottasenzatempo.it): domani giovedì 7 marzo al Caffè letterario delle Murate di Firenze sono in programma due iniziative. Alle 15 un seminario con docenti universitarie sul tema “Donne e lavoro nella storia italiana” (prima, alle 14:30, sarà possibile effettuare una visita guidata alla mostra “Una lotta senza tempo” al Semiottagono), alle 17:30 conversazione con Lidia Ravera sul tema “Il terzo tempo – Oltre lo stigma della vecchiaia”

IL PROGRAMMA NEL DETTAGLIO

Ore 14:30 – Visita guidata alla mostra “Una lotta senza tempo” a cura di Martina Lopa
Ore 15 – “Donne e lavoro nella storia italiana”: seminario di divulgazione scientifica con studiose accademiche affiliate alla Società italiana delle storiche e alla Società italiana di storia del lavoro. I lavori saranno introdotti e coordinati dalla prof.ssa Simonetta Soldani, università di Firenze, ed interverranno Eloisa Betti, Università di Padova-Società italiana di storia del lavoro su “Iavoro delle donne nell’Italia Repubblicana” e Anna Badino, CNER ISMED-Società italiana delle storiche su “Lavoro, mobilità, famiglia nel lungo miracolo economico”. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Proteo Fare Sapere Toscana.
Ore 17:30 – Conversazione con Lidia Ravera sul tema “Il terzo tempo – Oltre lo stigma della vecchiaia”. La presentazione: il tabù della vecchiaia è più forte quando si parla di donne. Oggi abbiamo un termine che definisce le marginalizzazioni che le donne subiscono in ragione della loro età: ageismo. Alle donne sembra proibito invecchiare, ma è sbagliato veicolare un’idea malata della terza età, che la descrive come inutile attesa della morte. La nostra società deve ormai fronteggiare con un atto di onestà e di empatia la senilità, non solo femminile, rivalutandone l’apporto fondamentale, riscoprendo l’unicità di ogni esistenza, oltre e contro ogni stereotipo.

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