Pelletteria, a Firenze un “Patto di sistema” fra imprese e sindacati per la salvaguardia dell’eccellenza di una filiera fiore all’occhiello del made in Italy
Un Patto di sistema per minimizzare gli impatti sulla filiera, causati dal rallentamento congiunturale e portare avanti progetti per preservare il saper fare e l’eccellenza che contraddistinguono la pelletteria fiorentina: questi, in sintesi, i cardini del protocollo d’intesa, siglato fra Confindustria Firenze e organizzazioni territoriali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil.
Il documento, frutto di un tavolo di lavoro in cui sono state analizzate a fondo la situazione e le prospettive del settore, ha visto il contribuito della rappresentanza nazionale di Assopellettieri. Punta a coinvolgere tutti i portatori di interesse di un distretto – che è fra i più importanti per la produzione del lusso a livello europeo – in un concreto progetto di rilancio che faccia leva sulle sue peculiarità: altissima qualità e legalità della filiera.
Associazione datoriale e sindacati saranno impegnati, quindi, a salvaguardare le aziende che hanno fatto dell’eccellenza la loro stella polare, e della legalità e del rispetto delle regole il loro valore aggiunto. Per preservare questo capitale di saper fare, conosciuto e apprezzato nel mondo, sarà necessario “adoperarsi per la realizzazione di percorsi di formazione continua, volti all’ulteriore qualificazione e attualizzazione delle competenze e delle professionalità presenti sul territorio”.
Il protocollo nei prossimi giorni sarà presentato alla Regione Toscana, partner istituzionale indispensabile di questo ambizioso progetto, per l’individuazione di politiche industriali mirate, che consentano di accompagnare le aziende in questo lungimirante e necessario percorso, attraverso misure finanziarie che supportino l’innovazione delle imprese, nonché per richiedere il necessario sostegno in tema di ammortizzatori sociali.
Accanto a questo, nel protocollo viene auspicato che le aziende capofiliera, anche attraverso un bilanciamento delle produzioni, possano continuare ad alimentare i volumi delle imprese delle filiere produttive del distretto – seppur in misura ridotta – per “consentire la prosecuzione dell’attività anche attraverso un corretto utilizzo degli ammortizzatori sociali”.
“Il saper fare della nostra filiera è capitale sociale oltre che patrimonio delle nostre eccellenze imprenditoriali: non solo va salvaguardato e tutelato ma anche messo nelle migliori condizioni di accrescere le proprie competenze e capacità, per essere ancora protagonisti sui mercati, soprattutto adesso che stiamo attraversando profonde trasformazioni – sottolinea Maurizio Bigazzi, presidente di Confindustria Firenze -. Con questo protocollo l’area metropolitana fiorentina ha saputo dimostrare ancora una volta un forte spirito di squadra: lavoratori e imprese hanno saputo cogliere l’occasione e l’opportunità del cambiamento per un ambizioso percorso di ulteriore qualificazione”.
“Come Assopellettieri abbiamo contribuito con senso di responsabilità alla nascita di questo protocollo di intesa – aggiunge Claudia Sequi, presidente di Assopellettieri -, che, con molta lungimiranza e ambizione, pone al centro la qualità e la legalità come strumenti di investimento per la salvaguardia e la competitività di questo distretto, uno dei fiori all’occhiello e eccellenza del made in Italy”.
“Il senso dell’accordo è intervenire per salvaguardare le aziende della filiera, in tal senso è fondamentale che le istituzioni in questa fase prevedano ammortizzatori sociali ad hoc anche per le ditte più piccole – spiega Luca Barbetti, segretario generale Filctem Cgil Firenze -. Il settore moda a Firenze rappresenta un patrimonio economico e sociale da tutelare e tutti dobbiamo remare in questa direzione”.
“Dobbiamo proteggere lavoratori e sistemi che negli anni hanno fatto grandi i nostri distretti nel mondo e questo è il primo passo”, aggiunge Mirko Zacchei, segretario generale Femca-Cisl Firenze Prato.
“In un periodo così complesso per i lavoratori e le imprese del distretto si è reso indispensabile prendersi la responsabilità di condividere un percorso che provi ad intercettare tutti gli strumenti necessari e possibili che possano contribuire per affrontare questo momento. Questo Patto è il primo passo in quella direzione”; conclude Claudio Di Caro, segretario generale – Uiltec-Uil Toscana.