Seminario di apertura
6 febbraio 2024 ore 14:30 | Salone Rizzotto | CGIL TOSCANA
Genesi, ragioni e articolazione del percorso
Gessica Beneforti – Segretaria CGIL Toscana
Non è un Paese per madri. Un inquadramento socio-demografico della maternità in Italia
Alessandra Minello – Università di Padova
Presentazione della ricerca:
“Come stanno le mamme lavoratrici in Italia?”
Moira Chiodini – LabCom
Cristina Di Loreto – Me First
Coordina:
Maria Cristina Arba– Responsabile Coordinamento Donne CGIL Toscana
IL PROGETTO
Percorso in-formativo e laboratoriale per fornire strumenti culturali e individuare soluzioni contrattuali che favoriscano il benessere psicologico e sociale delle mamme che lavorano
Obiettivi
- Analizzare lo stato di salute psico-sociale delle mamme e in particolare di quelle che lavorano
- Sensibilizzare sul tema del benessere mentale delle madri dentro e fuori dal mondo aziendale come problema collettivo
- Individuare e proporre misure economiche e contrattuali che favoriscano il rientro delle madri a lavoro e il loro benessere personale e lavorativo
Introduzione:
Nel 2023, anche se può sembrare distopico, stenta a morire il mito dell’istinto materno, della famiglia tradizionale. La verità è che non c’è niente di naturale, di ancestrale o innato nel diventare madri e che, quindi, si può essere madri in tanti modi e in tante forme. Ma soprattutto madri si diventa: è un percorso continuo di acquisizione di competenze e capacità, una formazione permanente sul campo che ci consente di sviluppare una vera e propria nuova organizzazione psichica e sociale, che ci porta a rivedere l’intera gerarchia delle priorità e dei valori.
Ma non si tratta di un’aura mistica che scende su di noi quando arriva una figlia o un figlio, ognuna ha i propri tempi di adattamento e apprendimento e le proprie modalità per esercitare questo ruolo. Ogni madre dovrebbe avere il diritto di addentrarsi con più o meno trasporto o più o meno reticenza nella propria “costellazione materna” ma nella società patriarcale in cui viviamo, tutto ciò che ruota intorno all’essere madre, “dall’attesa, al compimento” è una estenuante performance in cui, prese dai sensi di colpa, dal senso di inadeguatezza, parafrasando una canzone di Niccolò Fabi, si perde di vista “tutto quello che c’è nel mezzo”, il “costruire” e l’idea che “costruire è sapere e sapere è rinunciare alla perfezione”. Si “perfette”, è così che ci impongono di essere in generale come donne, ma ancor più come madri, a maggior ragione quando si torna a lavoro. Per una lavoratrice-madre che rientra a lavoro l’asticella della performance si alza ogni giorno di più: non conta quanto sei appagata personalmente e professionalmente come individuo ma quanto sei brava a tenere tutto in equilibrio, anche a costo di sacrificare la tua salute. Ma come stanno realmente le mamme a lavoro? Sono soddisfatte/appagate? Sentono che il loro valore è riconosciuto nel contesto lavorativo? E in quello familiare? Sono riuscite ad abbattere il Maternal Wall? Sentono di apportare il loro contributo? Riescono a conciliare vita familiare e lavorativa?
Come Organizzazione sindacale generale abbiamo il dovere di ricercare e tracciare una descrizione socio-demografica e dello stato occupazionale delle mamme lavoratrici ma anche di indagare e approfondire le dimensioni psicologiche che determinano il loro benessere psico-sociale e con questi dati provare a ipotizzare soluzioni, attraverso la contrattazione.
Questo percorso si articola in due momenti: uno in-formativo dedicato alla divulgazione di dati relativi alle condizioni delle madri a lavoro in Italia, alle loro aspettative e bisogni, nonché alla decostruzione del mito della maternità; l’altro, laboratoriale, in cui alla luce dei fabbisogni individuati si proveranno a raccogliere o immaginare buone pratiche di contrattazione.