“Il concordato preventivo biennale previsto nel Decreto legislativo approvato oggi dal Consiglio dei ministri è addirittura peggiorativo rispetto allo schema originario”. Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari.
“In Italia – ricorda il dirigente sindacale – l’evasione sfiora i 90 miliardi di euro all’anno e la propensione ad evadere il fisco di autonomi e imprenditori è stimata dal Mef al 70%. Ed è proprio a loro che il Governo offre la possibilità di concordare un reddito su cui pagare le imposte nei successivi due anni, compreso chi è considerato poco affidabile secondo gli Indicatori sintetici (Isa)”.
“Il rischio – avverte Ferrari – è che l’Agenzia delle entrate proponga a questi contribuenti un reddito imponibile sulla base delle ultime dichiarazioni, con l’effetto di cristallizzare un’evasione fiscale di massa, che diventerebbe non più accertabile né punibile. Il tutto a spese di quegli autonomi e imprenditori che invece si sono comportati correttamente e – soprattutto – di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati che, con la trattenuta alla fonte, pagano tutto il dovuto”.
“A questo punto – prosegue il segretario confederale – riteniamo indispensabile che l’Agenzia delle Entrate predisponga per i contribuenti, soprattutto per quelli meno affidabili, proposte congrue, che tengano conto dei parametri utilizzati per gli Isa, dei flussi registrati (fatture, pagamenti, corrispettivi), dei patrimoni, degli stili di vita, tenendo presente che, a dire dello stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze, si tratta di categorie che, mediamente, hanno versato solo un terzo dell’imposta stabilita dalla legge”.
“Il contrasto alle politiche fiscali del Governo, profondamente sbagliate e inique, continuerà ad essere al centro della mobilitazione della Cgil, sulla base del principio costituzionale per cui le imposte, strumento che dà corpo al patto sociale e su cui si fonda il welfare pubblico e universale, vanno pagate sul reddito complessivo, quale che sia la sua natura, e secondo il criterio della progressività”, conclude Ferrari.