Cgil e Spi, 60mila firme in Regione Toscana a difesa della sanità pubblica

60mila firme raccolte da Cgil e Spi Cgil Toscana a difesa del servizio sanitario nazionale pubblico: stamani a Firenze la prima consegna al presidente della Regione Eugenio Giani e all’assessore regionale Simone Bezzini da parte dei segretari Rossano Rossi e Alessio Gramolati. Da oggi è possibile firmare anche online e parte la campagna social “Impazienti”. “Servono più risorse alla sanità pubblica, che deve essere per tutti. Il Governo decrementa i fondi, occorre mobilitarsi”

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L’INIZIATIVA SULLA SANITA’ DI SPI CGIL IL 13 DICEMBRE AL TUSCANY HALL DI FIRENZE

Un pacco con 60mila firme di cittadini e cittadine toscane, “per migliorare e salvare il servizio sanitario nazionale pubblico”, è stato consegnato, brevi manu, da Rossano Rossi (segretario generale Cgil Toscana) e Alessio Gramolati (segretario generale Spi Cgil Toscana) al presidente della Regione Eugenio Giani e all’assessore regionale Simone Bezzini, stamani presso la sala Pegaso in Palazzo Sacrati Strozzi in piazza Duomo a Firenze. Una iniziativa che vuole essere in appoggio al progetto di legge, approvato dalla Giunta regionale, che chiede un incremento del Fondo Sanitario Nazionale di circa 4 miliardi l’anno. Le firme sono state raccolte fisicamente da Cgil e Spi tra ottobre e novembre, nelle proprie sedi o durante manifestazioni, iniziative pubbliche e presìdi. Dopo questa prima in consegna in Regione, da oggi, fino a metà dicembre, sarà possibile per tutti firmare anche online, su change.org (change.org/impazienti, LINK), mentre sui canali social delle due organizzazioni parte l’apposita campagna “Impazienti”, dove chi partecipa posta la propria foto in una card (scaricabile sempre dalla petizione su change.org) con l’hashtag #impazienti spiegando il perché della sua firma. L’obiettivo è di arrivare in totale a quota 100mila firme, che saranno consegnate al Consiglio regionale.
“L’esito di questa raccolta firme dimostra come il tema della sanità sia sentito dalla cittadinanza, dal mondo del lavoro e da pensionati e pensionate – hanno detto Rossi e Gramolati -. E’ un tema che deve stare tra le priorità dell’agenda politica. Occorrono più risorse strutturali al Servizio Sanitario Pubblico ed Universale, ai cittadini e alle cittadine vanno garantite cure e per farlo le Regioni devono poter assumere personale, superando i vincoli di spesa. Già ora la sanità pubblica soffre e va rafforzata, non vogliamo che in futuro la sanità sia solo un lusso da ricchi. Considerati l’aumento dei costi energetici e l’inflazione, i fondi del Governo alla sanità decrementano, e a farne le spese sono soprattutto Regioni come la Toscana a sistema fortemente pubblico. Secondo l’esecutivo dobbiamo dare più soldi al privato e far lavorare di più il personale, già stremato. E’ il momento di mobilitarsi, noi lo stiamo facendo da tempo nelle piazze e ora con questa raccolta firme, la sanità pubblica è un bene comune da difendere con ogni forza. Il Governo deve dare risposte, va evitato che a pagare i costi dei mancati finanziamenti alla sanità siano i cittadini. La Regione faccia scelte coraggiose per difendere e migliorare la capacità del servizio sanitario pubblico regionale di rispondere ai vecchi e nuovi bisogni dei cittadini”.

LA PIATTAFORMA DELL’INIZIATIVA

La salute è un bene prezioso per tutti. La nostra Costituzione garantisce il diritto alla salute (art. 32) ma sempre più cittadini rischiano di non avere più accesso ai servizi sanitari e sociosanitari perché il Servizio Sanitario Nazionale è sottofinanziato. Il Servizio sanitario universale e pubblico ha urgente bisogno di avere finanziamenti certi e maggiori di quelli attualmente previsti, soprattutto dopo la pandemia e i forti aumenti delle bollette e dell’inflazione. La Giunta regionale della Toscana ha approvato a fine agosto un progetto di legge da inviare alle Camere (come stanno facendo Emilia-Romagna e Puglia) che chiede un incremento del Fondo Sanitario Nazionale di circa 4 miliardi l’anno. Per garantire risorse stabili al servizio sanitario universalistico, la proposta di legge prevede di portare al 7,5% del Pil il finanziamento annuale. Lo Spi Cgil Toscana e la Cgil Toscana hanno promosso la campagna “100 mila firme per migliorare e salvare il Servizio sanitario nazionale”, in appoggio alla proposta di legge regionale. Con l’obiettivo di assicurare maggiori e stabili risorse al Servizio Sanitario Pubblico ed Universale e garantire ai cittadini le migliori risposte ai bisogni di cure; dare la possibilità alle Regioni di assumere il personale sanitario necessario, superando i limiti e i vincoli di spesa imposti dalla legge nazionale; difendere il tuo diritto ad avere una Sanità pubblica, universale ed efficiente.

LA NOTA DELLA REGIONE

Raccolta di firme per salvare la sanità, la Cgil consegna alla Regione le prime sessantamila

La consegna delle firme c’è stata stamani. L’obiettivo, dopo le prime 60 mila raccolte nei gazebo e in piazza, è di arrivare on line complessivamente a 100 mila: si potrà firmare fino a metà dicembre, all’indirizzo change.org/impazienti.
“Oggi in Italia solo il 6,2 per cento del Pil nazionale è destinato alla sanità – spiega il presidente della Toscana, Eugenio Giani -. Nel 2020 era il 7,2: un punto percentuale in meno in tre anni, di fronte a prezzi e costi che a causa dell’inflazione sono aumentati. In Germania e in Francia riservano alla sanità il 9 per cento del Pil. Noi chiediamo di allinearci almeno alla media europea”.
“La Costituzione – aggiunge – recita che la Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo. Ma per farlo servono maggiori investimenti e soprattutto certezze. Anche stavolta invece ci ritroviamo alla fine dell’anno ed ancora in Toscana non sappiamo se il Governo ci riconoscerà i 40 milioni dovuti per legge per l’assistenza sanitaria ai cittadini immigrati o cosa sarà del payback per le forniture sanitarie che un’altra legge dello Stato ha stabilito e che dunque abbiamo considerato nel nostro bilancio: circa 100 milioni l’anno, con crediti ancora da riscuotere dal 2019”.
“Rigraziamo la Cgil – commenta l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini – per aver portato tra le persone la nostra proposta di legge, facendo loro comprendere che in questo momento storico c’è bisogno di una grande mobilitazione unitaria e popolare a difesa della sanità pubblica e per destinarvi maggiori risorse. Altrimenti il sistema scivola verso il privato e noi non lo vogliamo”.
“Il timore che il Governo, senza dichiararlo esplicitamente, voglia proprio questo c’è – risponde Bezzini ai giornalisti -. Nelle legge di stabilità infatti non ci sono risorse aggiuntive vere per la sanità ma si alza ad esempio, contemporaneamente, il tetto per poter ricorrere al privato e sul payback, previsto da una legge dello Stato e il cui gettito lo Stato dovrebbe garantire, si scarica tutto sulle spalle delle Regioni”.
“Negli ultimi anni sono stati fatti tagli esagerati sulla sanità – si sofferma il segretario generale della Cgil Toscana, Rossano Rossi -: 37 miliardi in meno, spesi nel privato e che non tutti si possono permettere. In Italia ci sono oramai 12 milioni di persone che non si curano più adeguatamente. Per risolvere i problemi della sanità servono buone idee e volontà ma anche risorse. Invece si taglia e la Toscana, proprio perché tra le poche regioni che ancora investono di più nel pubblico, rischia di essere paradossalmente più penalizzata”.
Di “un ordigno messo sulla sanità pubblica” parla Alessio Gramolati, segretario toscano dello Spi Cgil. “La manovra del Governo, determinando uno sbilancio di questo genere, provocherebbe un aumento dei costi a carico dei cittadini, perché si dovrebbero recuperare le risorse per pareggiare i costi, e una diminuzione dei servici. Sessantamila toscani hanno già detto che c’è un’altra strada da percorrere”.

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