Manovra: Cgil, pessime novità, ridotta decontribuzione sopra 15mila, solo in parte compensata da riforma Irpef. Ferrari: “Un euro in più al mese per i redditi da 20mila euro, un taglio per i lavoratori sopra i 31.000 tra 89 e 331 euro all’anno”
Roma, 23 ottobre – “La legge di Bilancio non prevede praticamente nulla in più rispetto all’anno in corso, anzi, peggiora le cose a fronte del drammatico impoverimento di milioni di persone. Lo conferma anche il rapporto Eurostat: il 63% delle famiglie italiane nel 2022 ha faticato ad arrivare a fine mese, e la situazione nel 2023 si è persino aggravata, poiché l’inflazione ha continuato a erodere salari e pensioni”. Lo afferma, in una nota, il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari.
Per il dirigente sindacale: “Lo dimostrano le pessime novità contenute nella bozza, riportata questa mattina dal ‘Corriere della Sera’ e che circola in queste ore. Non solo non è vero, come ha lasciato credere il Governo, che i lavoratori riceveranno 100 euro in più in busta paga, ma molti di loro subiranno un taglio netto del salario a causa della decisione di non confermare la decontribuzione del 7% per i redditi fino a 25mila euro e del 6% per i redditi fino a 35mila euro. Anche su questo, le informazioni fornite dopo il Consiglio dei ministri del 16 ottobre si sono rivelate fuorvianti”.
“Il taglio dei contributi, a quanto pare – sottolinea Ferrari – verrà confermato al 7% solo fino ai 15mila euro, per poi scendere progressivamente fino a 3% per chi percepisce tra i 32mila e i 35mila euro. E questo – aggiunge – verrà compensato, solo parzialmente, dall’accorpamento dei primi due scaglioni dell’Irpef. Il risultato finale sarebbe il seguente: da un incremento risibile di 1,38 euro al mese per un salario lordo di 20.000 euro all’anno, a una perdita di 6,86 euro per un salario lordo di 31.000 euro (89,18 euro in meno all’anno), per arrivare a un taglio di 25,49 euro per un salario lordo di 35.000 (331,37 euro in meno all’anno)”.
“Di risultati straordinari per le lavoratrici e i lavoratori non ne vediamo alcuno, mentre – prosegue il segretario confederale – abbondano per chi ha macinato utili, profitti ed extra profitti”. “Non solo vengono confermate le ragioni della nostra mobilitazione, ma diventa ancora più urgente mettere in campo un’azione di lotta per cambiare una legge di Bilancio non all’altezza delle emergenze del Paese, che – conclude il segretario confederale – non dà risposte alle persone che rappresentiamo e che prepara un 2024 di crescita allo ‘zero virgola’, con una crisi sociale che si acutizzerà ulteriormente”.