“Sanità, la Manovra del Governo penalizza la Toscana”: la denuncia Cgil

“Sanità, la Manovra penalizza la Toscana. Il Governo fa il gioco delle tre carte: con l’inflazione sono circa 300 milioni di euro in meno”: la denuncia di Paola Galgani (Cgil Toscana). “Secondo l’esecutivo dobbiamo dare più soldi al privato e far lavorare di più il personale, già stremato. E’ il momento di mobilitarsi”

Il Governo fa il gioco delle tre carte sulla salute delle persone. La Toscana sarà ulteriormente penalizzata dalla manovra finanziaria del governo Meloni, da una prima valutazione e in attesa di tutte le tabelle. Dalle dichiarazioni della Presidente del Consiglio e del Ministro della Salute si sbandiera l’aumento del Fondo Sanitario Nazionale come il più alto investimento mai previsto nella sanità pubblica. In realtà i 136 miliardi sono gli stessi previsti nel Documento Economia e Finanza del 2023, che per la Toscana vuol dire contare sugli stessi 8 miliardi circa di quest’anno che non bastano già a garantire i diritti di tutti i cittadini alla cura. Anzi, nei 136 miliardi non è ancora chiaro se siano ricompresi i 2,3 miliardi per il rinnovo del contratto dei lavoratori della sanità (insufficienti per rispondere al necessario riconoscimento, anche salariale, delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità) e 700 milioni per abbattere le liste d’attesa, incrementando la possibilità di convenzioni con le strutture private e aumentando lo straordinario del personale già presente.
Senza considerare che l’aumento dei costi energetici e l’inflazione non pesano solo sui bilanci delle famiglie, ma anche sulle strutture sanitarie. Se consideriamo infatti anche solo l’inflazione (nel 2020-22 quella mediana era al 2%, nel 2022-24 è sul 16%), il finanziamento diminuisce di 5/6 miliardi, che per la Toscana si traducono in circa 300 milioni in meno. Altro che aumento!
E’ un attacco a Regioni come la Toscana, dove la salute è ancora garantita prevalentemente da strutture e personale pubblico e che da tempo soffre per mancanza di risorse per l’impossibilità di assumere personale, a causa del tetto di spesa bloccato al 2004.
Secondo il Governo, insomma, la Toscana deve dare più soldi al privato e far lavorare di più il personale attualmente in forze. Personale già stremato da turni massacranti e ore di straordinario.
Anche per questo ci siamo mobilitati lo scrosto 7 ottobre e continueremo a farlo, affinché la sanità pubblica sia un diritto garantito per tutte e per tutti e non solo per chi può pagarla. Per questo stiamo raccogliendo le firme a sostegno della proposta di legge per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Ai toscani chiediamo di mobilitarsi con noi, e alla Regione di fare delle scelte coraggiose per difendere e migliorare la capacità del servizio sanitario pubblico regionale di rispondere ai vecchi e nuovi bisogni dei cittadini.

Firmato: Paola Galgani, segreteria Cgil Toscana

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