Come Cgil Toscana non possiamo che esprimere il nostro apprezzamento per la scelta del PD della Toscana di sospendere la corsa a rotta di collo della quotazione in borsa dei servizi pubblici locali comunicata in pompa magna alla stampa dal gruppo dirigente aziendale di Alia.
Avevamo detto a chiare lettere che la Multiutility Toscana non poteva essere un affare di tecnocrati e che doveva intervenire la Politica. Ci hanno accusato di essere ideologici: ma ideologica è la posizione di chi, prima ancora di redigere un piano industriale, pensa alla quotazione in borsa.
Come Cgil Toscana ci siamo sempre opposti ed abbiamo suscitato dibattito e contribuito a far crescere la consapevolezza di cittadini e lavoratori su una scelta strategica per la nostra Regione e per la nostra idea di democrazia.
Secondo noi non è giusto quotare in borsa i servizi pubblici locali, essendo un monopolio naturale non sottoposto alla concorrenza. Si tratta di decidere cosa fare delle risorse generate dalla gestione: remunerare gli azionisti e sottoporsi alle logiche delle redditività a breve che la borsa impone, oppure utilizzarle per riacquisire le quote dei soggetti privati e per procedere ad investimenti che non si scarichino tutti nella tariffa. Occorre ricordare che non paghiamo solo il consumo, ma tutti gli investimenti anche straordinari che vengono effettuati.
Le risorse finanziarie necessarie agli investimenti potrebbero essere reperite attraverso una diversa ripartizione delle risorse generate dalla gestione, dagli utili ai canoni di concessione; inoltre, come si fa in molte realtà toscane, si potrebbero emettere dei green bond offerti ai risparmiatori con un tasso vantaggioso, ma con restituzioni a lunga scadenza che facciano ottenere risorse rifiutando i meccanismi della finanza speculativa.
Immaginare un modello toscano di gestione dei servizi pubblici significa, dal nostro punto di vista, evitare ogni interferenza proveniente dai mercati di borsa attraverso la creazione di una società pubblica. Quando parliamo di beni primari, dovrebbe servire da lezione quanto successo nel mercato del gas dell’ultimo periodo, dove si sono registrati aumenti esponenziali dei prezzi non a causa della guerra ma soprattutto a causa della speculazione finanziaria selvaggia.
Rossano Rossi, segretario generale Cgil Toscana