Migranti: Silp Cgil, 18 mesi nei Cpr? Creiamo bombe sociali. Gravi problemi ordine pubblico e forze di polizia sotto organico
“I tempi di permanenza nei Cpr già oggi rappresentano un problema, l’idea di arrivare a 18 mesi non solo rischia di essere inefficace rispetto agli obiettivi che il governo si è dato, ma soprattutto rischia di ingenerare nuove tensioni sociali e gravi problemi di ordine pubblico”. Lo afferma all’ANSA Pietro Colapietro, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil, commentando il piano del Governo sull’aumento dei Centri e del tempo di trattenimento dei migranti. “I Centri di permanenza per i rimpatri – spiega Colapietro – sono delle strutture detentive anomale. Nelle 9 strutture oggi esistenti, che sono al collasso, già oggi ci sono scontri, tentativi di evasione, problemi di gestione con la conseguenza che spesso poliziotti e migranti mettono a rischio la propria incolumità. Tutto questo avviene con l’attuale limite dei 6 mesi e con l’incapacità storica di sottoscrivere accordi coi Paesi di provenienza. Figuriamoci se si allungano a 18 mesi i tempi di permanenza. Stiamo creando delle vere e proprie bombe sociali”. “Non solo. Se come è stato annunciato – aggiunge il sindacalista – verranno creati altri Cpr, quali uomini e quali mezzi avranno a disposizione atteso che già oggi nelle principali città italiane poliziotti e carabinieri sono in sofferenza di organico? Le promesse del governo sulle assunzioni sono carta straccia perché nessuna risorsa è stata prevista per le assunzioni straordinarie. Quelle ordinarie non compensano i pensionamenti. Come la risolviamo?”. “E’ appena il caso di ricordare – prosegue il segretario generale del Silp Cgil – che per gestire un Cpr che ospita 150/200 persone servono almeno 20 persone per turno che vengono reperite tra le varie forze di polizia, già oggi sguarnendo gli uffici sul territorio. Quindi per gestire i quattro turni quotidiani più lo smontante occorrono un centinaio di operatori tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e militari. Tutto questo escludendo coloro che gestiscono le pratiche amministrative e i rimpatri. Se apriamo nuovi Cpr, dove recuperiamo tutto questo personale?”. “Paghiamo il prezzo conclude Colapietro – di una gestione securitaria e demagogica della sicurezza, con gli uffici immigrazione che sono al collasso, senza nuove risorse per le assunzioni o per il rinnovo del contratto di lavoro delle divise, con ritardi nel pagamento degli straordinari anche fino a 18 mesi. Così non andiamo da nessuna parte e soprattutto non diamo sicurezza ai cittadini”. (ANSA).